AgenPress – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è riuscito a mantenere una “calorosa comunicazione” con il dittatore russo Vladimir Putin, ma ora tutto ciò è giunto al termine. Lo scrive il Wall Street Journal, ricordando che Netanyahu era con Putin anche in un momento in cui era sempre più isolato. Neppure l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e il rafforzamento delle sue relazioni con l’arcirivale di Israele, l’Iran, sono riusciti a indebolire questa cooperazione.
I leader si sono tenuti in contatto telefonicamente e Netanyahu ha annunciato un approccio non allineato alla guerra in Ucraina, rifiutandosi di fornire aiuti letali o sistemi di difesa aerea a Kiev nonostante le pressioni occidentali.
“Ora, in seguito all’attacco mortale contro Israele da parte dei militanti di Hamas appoggiati dall’Iran, quelle conversazioni sembrano essersi interrotte”.
“Putin è uno dei pochi leader mondiali che non ha chiamato Netanyahu per esprimere le sue condoglianze per la morte di oltre 1.300 israeliani uccisi da Hamas in questo attacco.”
La pubblicazione rileva che la fine dell’accordo tra Russia e Israele evidenzia i più ampi cambiamenti tettonici che si stanno verificando nel ruolo della Russia in Medio Oriente da quando Putin ha lanciato la guerra in Ucraina.
In cambio degli Shahed, la Russia ha fornito all’Iran aerei da addestramento Yak-130 e sta valutando la possibilità di vendere aerei da combattimento Su-35 all’Iran, il che potrebbe cambiare gli equilibri della potenza aerea in Medio Oriente.
I giornalisti spiegano anche che il Cremlino ha ragioni interne per accogliere la guerra il più lontano possibile dai confini russi.
Alla vigilia delle elezioni presidenziali russe previste per marzo, Putin cerca un modo per distrarsi dalla guerra in Ucraina.
Putin, ha annunciato la necessità di negoziati israelo-palestinesi, il cui risultato, a suo avviso, dovrebbe essere la creazione di una Palestina indipendente con capitale a Gerusalemme est.
“L’obiettivo dovrebbe essere l’attuazione della formula delle Nazioni Unite dei “due Stati”, che prevede la creazione di uno stato palestinese indipendente con capitale a Gerusalemme Est, che coesiste in pace e sicurezza con Israele”.
Putin ha ammesso che Israele ha diritto di difendersi ma “dobbiamo occuparci di risolvere la questione con mezzi pacifici”.
Putin ha affermato che “la politica di insediamento di Israele” è diventata una delle ragioni della guerra nella regione, e che il “problema palestinese” è percepito come una grande ingiustizia da tutti coloro che professano l’Islam.