AgenPress. La Bce ha deciso di lasciare i tassi d’interesse invariati, con quello sulle operazioni di rifinanziamento principali fermo al 4,50%.
“Bene, era ora! Dopo 10 rialzi consecutivi non avrebbe avuto alcun senso logico proseguire con una politica monetaria così restrittiva” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Sia chiaro che l’inflazione, come attestano i dati di ieri sulla povertà, è una malattia più dannosa della cura della Bce, ma è evidente che la tempistica delle medicine era sbagliata. Prima la Bce ha negato che l’inflazione ci fosse, considerandola transitoria, destinata a sparire nel 2022, ritardando così l’intervento, poi, per recuperare il tempo perso, ha fatto aumenti troppo ravvicinati” prosegue Dona.
“Ora, però, bisogna che i Governi europei facciano la loro parte, se non vogliono ulteriori incrementi dei tassi. Perché è vero che a settembre l’inflazione a settembre ha registrato un netto calo, ma il problema irrisolto di luce gas può portare nei mesi più freddi ad una nuova impennata dei beni energetici, specie si ci saranno sviluppi negativi nelle guerre in corso. Che fine ha fatto, ad esempio, l’alternativa al TTF di Amsterdam? E il disaccoppiamento tra luce e gas?” si domanda Dona.