AgenPress – “Ora c’è da fare la ratifica di quella riforma che spetta al Parlamento, a Meloni. Ora lei dovrebbe, o meno, ratificarla. Siamo di fronte ad un premierato di fatto, neanche gli alleati contano più. Lei è molto in difficoltà perché ha fatto una campagna elettorale sempre contro. Lei si sente costretta ad approvarlo perché vuole far parte del club di Bruxelles che conta. Però dovrà contraddire tutte le campagne che ha fatto, il suo elettorato. E’ una cosa serissima”. Lo ha detto il leader del M5s Giuseppe Conte ai microfoni di Rtl.
“E’ inaccettabile che un presidente del Consiglio che dovrebbe rappresentare tutti e che dovrebbe parlare agli italiani con sincerità dica un sacco di menzogne. Di qui la mia reazione veemente”. Sul Mes “mente sapendo di mentire”. “Gravissimo esibire” nell’Aula del Senato “il foglio di un fax” che peraltro “la smentisce” in quanto “la data” dimostra “che il governo era ancora in carica”.
“Lei faceva parte del Parlamento, si distraeva nel momento più bello? E’ lei quella che ha introdotto il Mes nel 2011” da “ministro in carica con Berlusconi. Se per lei” il Mes “è un disastro, si senta all’origine dei questo disastro”. Il leader del M5s afferma che quella che il suo governo approvò fu la “riforma” del Mes che lo “ha migliorato”. “Per me – ha aggiunto – è uno strumento dannoso che non ho voluto usare durante la pandemia, ho resistito, ho detto no, perché noi siamo stati molto più ambiziosi”.
“Ma le pare che voterò il Mes? Il Mes se lo voterà Meloni. Con il Pd, Italia viva e Forza Italia”, ha detto in una intervista al Foglio. “La premier d’altronde è in enorme difficoltà, ha capito che cosa significhi governare e la sua proverbiale coerenza sta facendo acqua da tutte le parti. Quando va in Europa sembra che stia in giro per i mercatini di Natale”. A Conte “spiace per Meloni, ma all’opposizione deve fare i conti con noi, con me”. Il leader del M5s ha sentito la battuta di Giorgia Meloni legata sulla ratificazione del Mes col ‘favore delle tenebre’, “ma sono stupidaggini. Quello fu un atto burocratico di secondo e terzo livello. Il grosso era stato fatto e alla luce del sole: in Aula. C’era stato un voto e una discussione sulla firma del nuovo Mes. Anzi, lo sa che sul disegno di legge del 2011 ci sono le impronte digitali di Meloni, all’epoca ministro della Gioventù? Poi c’erano La Russa alla Difesa, Calderoli, Fitto: devo continuare? Facevano tutti parte di quel governo guidato da Berlusconi. Di cosa parliamo?”. Sul Mes “è la maggioranza che deve prendere una decisione. E non deve prendere in giro gli italiani. Governa Meloni: vediamo quanto è coerente”.