A Cosmodonna la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone “bisogna insegnare alle proprio figlie che al centro ci sono loro e ciò che vogliono”
AgenPress. Sul palco di Cosmodonna, l’unico evento in Italia interamente dedicato al mondo femminile in corso al Brixia Forum fino a lunedì 22 Aprile è intervenuta Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense affrontando un tema che si sperava essere superato nel 2024 ma purtroppo è ancora ben radicato nella cultura: le regole sociali che ingabbiano le donne in ruoli e stereotipi. Cosmodonna ha voluto ha voluto fare luce su questa tematica importante al fine di sensibilizzare le donne.
“I peggiori nemici delle donne non sono tanto gli uomini, quanto le regole sociali, meglio note come stereotipi di genere – spiega Roberta Bruzzone -. Questi stereotipi “ingabbiano” le donne all’interno di ruoli estremamente precisi e purtroppo codificati, che spesso e volentieri le donne si convincono di dover rispettare ad ogni costo, anche a rischio della vita. Basta vedere i giochi da bambini, per i maschi una grande varietà di ogni tipo, per le bambine pentole, skin care o kit per stirare. La nostra società è ancora radicata nel patriarcato e insegniamo ai giovani di oggi che la casa la deve curare la donna. L’ideale sarebbe trasformare gli uomini in alleati”.
Uno dei principali dogmi del patriarcato è ancora che “la donna deve essere bella non forte, intelligente e affermata. – prosegue Bruzzone – Oggi nel mondo ci sono iniziative che vogliono mettere in discussione il nostro diritto all’aborto, quello che succede o non succede nel corpo di una donna lo deve decidere la donna stessa. In merito alle associazioni Pro -vita all’interno dei consultori credo che non abbia senso inserire dei soggetti senza alcuna competenza a giudicare ciò che ogni donna vuole fare liberamente del proprio corpo, sembrava essere un diritto acquisito a livello universale ma purtroppo non è così”.
Secondo i recenti dati ISTAT sugli stereotipi di genere, il 40% delle ragazze tra i 16 e 29 anni ritiene accettabili concedere le password dei propri social media al proprio marito e compagno come dimostrazione di attenzione e affetto. Inoltre, il 40% degli intervistati ritiene che, se una donna viene stuprata è colpa della donna “la stragrande maggioranza delle vittime di violenza sessuale indossa il pigiama quando viene stuprata dal proprio compagno – commenta Bruzzone – e non indossa abiti succinti”.
Ancora nel 2024 la consapevolezza delle donne non è abbastanza, un sistema di ruoli che viene veicolato alle bambine in modo subdolo fin dalla prima infanzia, una normalizzazione di tipo educativo dove già da piccole le bambine si percepiscono come inferiori. Per molte donne “stare con un uomo è il modo di definire il loro ruolo nel mondo non una libera scelta, – prosegue Bruzzone – le giovani donne già a 12 anni si sentono chiedere se hanno il fidanzato e questo denota una spaventosa pressione sociale e vengono portate a pensare che senza un uomo accanto non possono vivere ma sarebbero spaesate e confuse”.
“Solo 2 donne su 20 giungono a denunciare il maltrattamento in famiglia significa che ad oggi abbiamo 4 milioni di donne maltrattate – conclude Bruzzone – e i numeri dei figli esposti a queste violenze sono ancora troppi. Questi bambini, adulti del futuro, crescono in modo disfunzionale con una carenza genitoriale che porta i giovani a diventare potenziali narcisisti. Purtroppo, negli ultimi 15 anni il genitore ha perso il proprio ruolo diventando amico/a dei propri figli che, quando crescono ed entrano in relazioni, solitamente diventano despoti o tiranni”