AgenPress. Terminata la visita ufficiale del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Romania (18-19 giugno). Al suo arrivo a Bucarest, Mattarella ha incontrato la collettività italiana e il personale dell’Ambasciata d’Italia. Mercoledì 19 giugno, il Presidente Mattarella ha deposto una corona al Monumento del Milite Ignoto di Bucarest.
Il Capo dello Stato è stato, quindi, accolto dal Presidente della Romania, Klaus Iohannis, a Palazzo Cotroceni.
Al termine dei colloqui, i due Presidenti hanno rilasciato dichiarazioni alla stampa.
Sono lietissimo di essere qui a Bucarest, per poter dialogare con lei e avere con lei scambi di idee, come sempre parlando con lei, di grande utilità e preziose.
Non c’è dubbio che da quando sono venuto l’ultima volta – ci siamo visti qui, otto anni fa – il contesto geopolitico sia molto cambiato.
Però anche in questa occasione, abbiamo registrato, così come allora, otto anni fa, una piena coincidenza di vedute su tutte le questioni dell’agenda internazionale e con una grande soddisfazione nell’esame dei rapporti bilaterali.
La Romania per l’Italia è un partner imprescindibile, sia sul piano bilaterale che su quello europeo, che su quello delle questioni internazionali.
La comune appartenenza all’Unione è per noi un elemento ulteriore di dialogo e di collaborazione. Anche per questo l’Italia si augura e sollecita che il Consiglio europeo, dopo aver rimosso i controlli marittimi e aerei nelle frontiere, rimuova anche quelli ai confini terrestri, perché la Romania possa entrare pienamente nello spazio Schengen. Ed è una condizione che noi sollecitiamo fortemente.
Abbiamo anche una collaborazione intensa sul piano dell’Alleanza atlantica, nel suo ambito, e stiamo collaborando attivamente, con le nostre Forze Armate, che hanno un ottimo rapporto collaborativo sulla comune sicurezza, in qualunque direzione, nei fronti dell’Alleanza.
Abbiamo anche constatato, come il Presidente poc’anzi cortesemente ricordava, l’eccellenza dei rapporti bilaterali sotto ogni profilo. Naturalmente, sappiamo che questi sono agevolati dalle comuni radici culturali e dalla presenza di comunità operose e apprezzate, vicendevolmente presenti nei nostri Paesi.
L’Italia ospita volentieri un’ampia, numerosa comunità rumena che contribuisce alla nostra vita quotidiana, in maniera operosa ed efficace. In Romania vivono molti italiani, operano molte aziende, come il Presidente ha cortesemente rammentato.
I nostri rapporti economici sono eccellenti: anche su quel piano abbiamo un rapporto crescente. Il Presidente Iohannis ha appunto ricordato, poc’anzi, come l’interscambio sia arrivato ai venti miliardi, e riteniamo di poterlo ulteriormente ampliare e intensificare.
Del resto, il Vertice intergovernativo che si è svolto a febbraio ha registrato, anche con la Dichiarazione congiunta dei due Governi, l’eccellenza dei rapporti e ha fatto il punto su ulteriori sviluppi di collaborazione.
Abbiamo parlato, con il Presidente, dell’Unione europea, come lui poc’anzi ha detto. Abbiamo parlato dell’occasione che viene offerta dalla nuova fase della vita dell’Unione, dopo le elezioni del Parlamento europeo, con l’esigenza di riprendere pienamente fiducia da parte dei nostri concittadini, dei vari Paesi dell’Unione, nei confronti delle sue istituzioni.
A questo riguardo, abbiamo considerato come sia indispensabile – lo accennava poc’anzi il Presidente Johannis – l’ampliamento dell’Unione con l’allargamento ai Paesi candidati.
Io sono stato, appunto, – come ricordava cortesemente il Presidente Johannis – ieri in Moldova, riaffermando la convinzione forte dell’Italia per l’ingresso della Moldova nell’Unione europea e per il contributo a rendere i tempi più veloci possibili. Così come intendiamo che avvenga per i Paesi dei Balcani occidentali e per l’Ucraina.
Abbiamo una visione comune dell’urgenza del completamento dell’Unione europea a questi Paesi che sono candidati e che auspichiamo possano entrare velocemente nell’Unione, per contribuire alla sua vita.
Abbiamo anche parlato dell’esigenza che, dopo le elezioni, l’Unione affronti alcuni nodi che si trova davanti. Personalmente sottolineo l’urgenza di alcuni punti da affrontare: accanto a quello dell’allargamento, quello di carattere economico, gli aspetti e gli elementi che intensifichino la competitività dell’Unione sul piano internazionale, la sua coesione sociale, quelli che riguardano la definizione e il completamento della condizione finanziaria dell’Unione e del suo bilancio, e particolarmente quelli che riguardano le sue procedure decisionali.
I problemi nascono sempre più velocemente nella vita del mondo e richiedono risposte immediate, tempestive, altrimenti vengono risolti secondo le scelte di altri grandi soggetti internazionali.
È avvenuto così molte volte; non può avvenire più così. L’Unione deve darsi tempi decisionali più veloci ed efficienti. Perché i problemi non aspettano i tempi lunghi di procedure interminabili.
Questo richiama anche il problema della sicurezza dell’Unione. Come Paesi appartenenti alla NATO, con grande fiducia nell’Alleanza e riaffermata nella sua storica importanza, noi riteniamo che l’Unione europea debba dotarsi di una difesa comune, anche per rafforzare il pilastro europeo della NATO ma per dare una risposta deterrente all’aggressività crescente della Federazione russa.
Abbiamo parlato molto – come il Presidente ha poc’anzi accennato – dell’Ucraina, del sostegno pieno che concordemente Romania e Italia intendono riservare e mantenere in favore dell’Ucraina, per difendere insieme la sua indipendenza e sovranità, per difendere le regole internazionali della vita ordinata, secondo il diritto internazionale, nella comunità internazionale, e per difendere la sicurezza dell’Europa. Perché dalla difesa ucraina, dal sostegno all’Ucraina, dalla sua resistenza passa la sicurezza dell’intera Europa.
Abbiamo, per questo, fatto un cenno alla Conferenza che si è svolta in Svizzera per avviare un primo passo, naturalmente – come era previsto – preliminare, per avviare negoziati di pace, sperando che sia possibile avere dalla Russia una disponibilità, degli spiragli per questo negoziato, per una pace giusta che riaffermi le regole del diritto internazionale.
Abbiamo, con il Presidente Johannis, registrato la piena identità di vedute su tutti i problemi importanti della vita internazionale e su quelli dell’Unione europea e, naturalmente, sull’importanza di intensificare ulteriormente i nostri già eccellenti rapporti bilaterali.
Anche per questo sono grato al Presidente Johannis per i colloqui che abbiamo avuto, per la puntualità e la saggezza delle considerazioni che, ogni volta che ci incontriamo, esprime.