Paolo Grasso Capo di Gabinetto Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Matteo Salvini all’Italian Investment Council 2025 by Remind

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AgenPress. Si sono conclusi il 27 febbraio 2025 i tavoli di approfondimento di “Italian Investment Council 2025” by Remind – l’Associazione delle Buone Pratiche dei Settori Produttivi Italiani – un’importante occasione di confronto tra Pubblico e Privato per promuovere le eccellenze del Made in Italy all’estero, analizzare le sfide e le opportunità legate agli investimenti e allo sviluppo economico sostenibile, sociale e culturale.

Esperti, Imprenditori, Manager, Professionisti Partner di Remind che hanno messo a disposizione esperienze e competenze per delineare insieme alle Istituzioni internazionali, nazionali e locali le Politiche industriali per la crescita dell’Italia, per la sicurezza e il benessere delle persone dove vivono, operano e transitano.

Tra i partecipanti Paolo Grasso, Capo di Gabinetto Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Matteo Salvini che ha cosi dichiarato: “Sono lieto di poter, in qualche modo, contribuire al dibattito odierno, dando un po’ la visione di quello che il governo sta facendo per migliorare e implementare le infrastrutture e portare avanti l’innovazione tecnologica, sempre nel solco della sostenibilità. Perché innovazione tecnologica e sostenibilità sono due concetti che devono andare insieme, si devono intrecciare strettamente. Non ci può essere l’una senza l’altra. Mentre l’imprenditoria privata sicuramente può spingere sull’innovazione, fino al punto da creare anche una rottura del sistema, Elon Musk dice che, se non sta fallendo, il sistema non sta innovando abbastanza. La pubblica amministrazione, ovviamente, non può andare in questa direzione; deve sempre contemperare i due aspetti, soprattutto la sostenibilità. E una sostenibilità non solamente economica, ma anche ambientale. Dunque, grande attenzione rispetto all’ambiente, che è l’unico bene che effettivamente viviamo: noi tutti abbiamo solo questo pianeta, non possiamo andare altrove. Dobbiamo, quindi, in qualche modo, curare il fatto di non comprometterlo, ma anzi, di migliorare gli standard. Ciò, però, non deve bloccare l’innovazione: l’innovazione, da tutti i punti di vista, quella tecnologica, quella digitale, e così via.

Ora, io desideravo, in questa sede, darvi qualche numero di iniziative che il MIT, che è appunto il ramo dell’amministrazione deputato a occuparsi di infrastrutture e mobilità, sta ponendo in essere in questi anni, con una prospettiva molto lunga, molto lontana. Insomma, ha una prospettiva di una decina d’anni di investimenti. Sta muovendo, vuole muovere, un volume di investimenti di circa 200 miliardi di euro, da qui, già da qualche anno fa, diciamo, dal 2023 fino al 2032, da destinare a tutti i settori che necessitano di particolare attenzione per uno sviluppo tecnologico sempre più spinto, ma anche sostenibile.

Qualche numero per quanto riguarda la rete stradale: noi sappiamo che in Italia abbiamo una rete stradale e autostradale particolarmente estesa. Parliamo di 6.000 chilometri di autostrade, con 2 miliardi e mezzo di transiti ogni anno. Si sta investendo parecchio per una mobilità più moderna ed efficiente. Le ferrovie: le ferrovie, oggi, si sentono spesso parlare di treni che magari sono in ritardo e più vengono alla ribalta sui media per delle problematiche concrete, piuttosto che per quanto si sta investendo per cercare di migliorare la rete. La rete è molto, molto ampia: sono 17.000 chilometri, con oltre 2.000 stazioni. E ci sono attualmente parecchi cantieri aperti, che sono legati a tutta una serie di investimenti, in parte finanziati con fondi PNRR, in parte con altre risorse nazionali, che si vengono destinati alla rete ferroviaria per renderla sempre più veloce e sempre più sicura.

Poi si investe sui cosiddetti corridoi TEN-T. TEN-T sta per Trans European Network Transport: sono dei corridoi a livello europeo che collegano tutto il nostro continente. Sono 9, e 4 di questi 9 interessano anche la penisola italiana. Tra questi, se vogliamo ricordare, c’è il corridoio baltico-adriatico, che collega i porti del Baltico con quelli dell’Adriatico, passando attraverso tutti gli Stati che stanno nel mezzo. Per i quali sono previsti oltre 500 interventi per 72 miliardi di euro. Il Reno-Alpi, che collega i porti del Mar del Nord, quindi Amsterdam, Rotterdam e Anversa, con la Liguria, sviluppa più di 300 progetti, e 70 di questi 300 riguardano proprio l’Italia. Tra questi, il più noto, ovviamente, è il terzo valico di Giovi, di cui abbiamo sentito spesso parlare e che è in via di completamento. Sono 53 km di ferrovia, l’investimento è stato molto, molto importante, circa 10 miliardi di euro, e consentirà di spostare tutta una serie di merci dalla gomma al ferro, ottenendo un dimezzamento delle emissioni di CO2 e consentendo un rapido collegamento tra le città interessate. Tra Genova e Milano si arriverà, una volta completata l’opera, in un’ora.

Poi c’è il Mediterraneo, che riguarda tutta la parte relativa al collegamento dei porti sul Mediterraneo, dalla Spagna fino alla parte est. E, importantissimo, anche l’ultimo, lo Scandinavia-Mediterraneo. Ce lo dico per ultimo, però è quello forse più importante, perché è un collegamento TNT che si sviluppa attraverso tantissimi chilometri, che parte dalla Finlandia e arriva, diciamo, fino a Malta, in maniera intermodale, quindi attraverso ferrovie, attraverso strade, attraverso anche le navi. C’è un volume di investimento molto alto: sono circa 200 miliardi di euro. E tra gli interventi che riguardano il nostro paese, c’è la galleria ferroviaria del Brennero, un intervento trasfrontaliero che consentirà di spostare le merci dall’Italia all’Austria e viceversa, in maniera molto più rapida, veloce, e impattando meno sull’ambiente.

Fa parte di questo progetto anche l’alta velocità tra Napoli e Bari: è un collegamento che speriamo presto si possa mettere in atto, che collegherà le due città in circa due ore. Fa parte anche di questo progetto il famoso ponte sullo stretto di Messina, di cui si parla tanto e di cui il ministro Salvini è un fautore molto deciso. Un’opera mastodontica, enorme, come sapete, oltre tre chilometri di ponte a campata unica. Sono stati stanziati nell’Aleggio, nel bilancio dell’anno scorso, 11,6 miliardi per questo, destinati a un’opera iconica che consentirà finalmente di collegare la Sicilia con la penisola, creando tutto un indotto di cui non sto in questa sede a discutere. Quello che è importante è sottolineare che l’opera garantisce tutta una serie di misure che sono previste e saranno previste per garantire la tutela della biodiversità, per ridurre al minimo gli impatti, con un monitoraggio costante su tutto ciò che potrà avere degli effetti dalla realizzazione dell’opera e poi la messa in funzione dell’opera.

Poi, il MIT si occupa anche di edilizia pubblica, come sappiamo, e di rigenerazione urbana. C’è un progetto del PNRR che si chiama Pinqua, che va nella direzione di migliorare l’abitare e realizzare oltre 10.000 alloggi popolari. Si investe molto anche per contrastare la siccità in tante regioni d’Italia, questo attraverso una serie di opere che si stanno portando avanti, che riguardano le dighe e altro. Le grandi opere marittime: abbiamo la diga foranea di Genova, che dovrebbe presto iniziare i lavori. Questa è un’opera veramente molto importante: è una diga molto seria, addirittura su fondali profondi, oltre 50 metri. Si stanno costruendo oltre 6 km di diga per un investimento che va oltre il miliardo di euro.

Poi altri investimenti riguardano il trasporto rapido di massa, anche questi, insomma, coniugano tecnologia e sostenibilità, perché consentano spostamenti con i mezzi pubblici all’interno delle grandi città. E poi i treni a idrogeno, un’altra sfida di tecnologia, diciamo, del futuro, che però viene in questo momento posto essere. Si pensa all’energia nucleare.

In chiusura, cosa si può dire? Si può dire che non bisogna avere paura delle innovazioni. Le innovazioni, all’inizio, possono pure far paura, o comunque un po’ creare un clima di diffidenza. All’inizio, la gente rifiuta di credere che una certa opera, soprattutto se è un’opera che sembra particolarmente ardita, possa essere realizzata. Poi, più avanti, quando si cominciano i lavori, si spera che, finita l’opera, tutti si chiedano: “Ma perché non l’abbiamo fatta prima?”

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