AgenPress. Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto a Palazzo Chigi il Primo Ministro del Regno di Danimarca, Mette Frederiksen.
Testo dell’intervento:
Sono molto contenta di dare di nuovo il benvenuto a Palazzo Chigi al Primo Ministro danese Mette Frederiksen, la mia amica Mette. Ci siamo viste qui l’ultima volta l’11 marzo scorso, ma ci è capitato anche di recente di incontrarci in qualche altra occasione, da ultimo al Vertice della Comunità Politica Europea a Tirana, al Consiglio Europeo di marzo, ci rivedremo a giugno per un prossimo Consiglio Europeo.
E voglio dire che, se c’è un aspetto che mi piace sottolineare della collaborazione che si è instaurata tra Italia e Danimarca, è certamente la sua concretezza. Siamo abituati a parlare di molte questioni, ma ci piace essere molto concreti nelle risposte. Con Mette è facile, è una persona che non ama perdersi in chiacchiere, è una persona molto operativa. Ed è un approccio, questo, che noi abbiamo declinato su molti piani, da quello bilaterale, quello europeo, quello internazionale. E credo che l’altro aspetto molto interessante di questa collaborazione sia che Nazioni che sulla carta in Europa sono geograficamente abbastanza distanti, e due persone che sulla carta dovrebbero essere anche politicamente distanti, in realtà poi si ritrovino proprio sulla concretezza, sul pragmatismo, sulla volontà di dare risposte efficaci ai propri cittadini, a lavorare molto molto bene insieme.
Penso che la nostra collaborazione sia molto proficua soprattutto e forse proprio perché i nostri punti di osservazione sono diversi, ma alla fine siamo mossi dallo stesso grande obiettivo: dare risposte ai cittadini e fare in modo che anche l’Europa sia maggiormente capace di dare risposte ai cittadini.
Lo stiamo riscontrando su molti temi, penso alla guerra in Ucraina, all’impatto che ha sulla sicurezza del nostro continente: la Danimarca è una Nazione nel nord Europa dove storicamente la percezione della minaccia russa è particolarmente avvertita, l’Italia invece è una Nazione dell’Europa mediterranea, da noi si percepisce di più l’effetto domino che il conflitto in Ucraina sta producendo sulla stabilità complessiva che coinvolge anche il Mediterraneo, che coinvolge anche l’Africa, che coinvolge anche il Medio Oriente, ma dimostra che i nostri destini sono fortemente interconnessi, le preoccupazioni dell’uno sono anche le preoccupazioni dell’altro.
In questo senso penso che l’incontro di stasera sia l’occasione per aggiornarci sugli ultimi sviluppi legati alla guerra in Ucraina. Insieme abbiamo, come sempre, ribadito il nostro impegno per arrivare a una pace giusta, duratura. Rinnoviamo il nostro sostegno agli sforzi in questo senso. Come sapete si sta lavorando a un nuovo turno di negoziati e io credo che la prima cosa che dobbiamo fare è ringraziare il Presidente Volodymyr Zelensky, ringraziare il Governo ucraino per aver dimostrato con chiarezza, anche e soprattutto in queste settimane, la sua sincera volontà di perseguire la pace, aderendo immediatamente a una richiesta di cessate il fuoco, aderendo immediatamente a una disponibilità di negoziati anche ad alto livello. Lo dico anche per dire che dall’altra parte invece non abbiamo visto alcun passo in avanti concreto da parte russa al momento. E credo che valga la pena ricordarlo anche per smontare una certa narrativa secondo la quale invece i russi sarebbero stati disponibili alla pace.
Con Mette ci siamo confrontate soprattutto su un altro dossier che ci vede particolarmente impegnate insieme, che è il dossier migratorio, la difesa dei confini esterni dell’Unione Europea, il contrasto all’immigrazione illegale di massa, la gestione della migrazione.
Come sapete, Italia e Danimarca, insieme anche ai Paesi Bassi, ospitano e dirigono insieme regolarmente degli incontri di Nazioni impegnate nella lotta all’immigrazione irregolare e nella capacità di inventare soluzioni innovative sul contrasto dei flussi migratori, che si svolge a margine di ogni Consiglio europeo. Ed è un gruppo di lavoro che ha consentito di fare molti passi in avanti – penso alla lista europea dei Paesi sicuri, penso alla necessità di anticipare alcuni passaggi in particolare del Patto di migrazione e asilo, penso al nuovo regolamento sui rimpatri -, abbiamo contribuito a dare delle risposte, continuiamo a lavorare anche su soluzioni innovative, come sapete.
Questa sera siamo qui, tra le altre cose, proprio per annunciare una nuova iniziativa comune che Italia e Danimarca hanno deciso di portare avanti insieme ma che coinvolge anche altri Paesi ed è rivolta a tutti i nostri partner per darci un obiettivo che sicuramente è particolarmente ambizioso. Vogliamo aprire il dibattito politico su alcune Convenzioni europee alle quali siamo legati e sulla capacità di quelle Convenzioni oggi, a distanza ovviamente di qualche decennio da quando sono state scritte, di sapere affrontare le grandi questioni del nostro tempo, a partire proprio dal tema del fenomeno migratorio.
La lettera – che dovrebbe essere distribuita anche alla stampa – è stata già sottoscritta oltre che da noi ovviamente, dai Leader di Austria, Belgio, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia e Repubblica Ceca. Parliamo chiaramente di Nazioni che sono guidate da Leader che appartengono a famiglie politiche diverse sul piano europeo, come vale anche per me e per Mette, e dimostra un po’ come il tema sia sentito da diverse sensibilità, da diverse latitudini, in modo trasversale.
L’obiettivo – sgomberiamo subito il campo da eventuali polemiche – che ci diamo non è quello di indebolire le Convenzioni o di indebolire i valori che quelle Convenzioni incarnano. Il nostro obiettivo è quello di rafforzarli, cioè di renderli più capaci di dare risposte al tempo in cui viviamo e ai problemi che oggi sono sentiti e che oggi vanno gestiti. Quindi di renderli più aderenti, evitare alcuni paradossi che abbiamo visto in questi anni.
Il principale, dal mio punto di vista, sono ad esempio quei casi in cui, in applicazione della Convenzione europea per i diritti dell’uomo, è stato impedito alle Nazioni di agire a difesa della sicurezza dei propri cittadini, per esempio potendo disporre l’espulsione di quei cittadini immigrati che si erano macchiati di reati gravi. Di fronte a interpretazioni di questo genere dobbiamo chiederci se i test ai quali stiamo facendo riferimento e quelle interpretazioni sono effettivamente in grado di rispondere alle esigenze che sono sentite dai cittadini e anche ai valori che vogliamo difendere.
Per cui, questa iniziativa è ovviamente un’iniziativa aperta al contributo e alla sottoscrizione di tutti, è l’avvio di un dibattito. Noi vogliamo aprire una riflessione seria, vogliamo aprire una riflessione coraggiosa perché, se c’è qualcosa che questo tempo ci ha insegnato è che dobbiamo saper ragionare con schemi nuovi, senza paura di affrontare i problemi dove vediamo quei problemi. Chiaramente è l’unico modo questo per poter agire e rendere più efficaci gli strumenti dei quali disponiamo.