Tragedia a Castel d’Azzano: esplosione volontaria durante lo sgombero, tre carabinieri morti

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AgenPress. In una notte terribile per la provincia veronese, un’esplosione ha stroncato la vita di tre carabinieri impegnati in uno sgombero coattivo di un casolare rurale occupato. L’incidente non è frutto di un guasto o di materiali esplosivi custoditi, bensì di un gesto deliberato: gli occupanti hanno saturato l’edificio con gas e, al momento dell’accesso delle forze dell’ordine, hanno azionato bombole, provocando la deflagrazione che ha causato il crollo dell’immobile.

L’intervento era finalizzato allo sgombero forzoso del casolare, in attuazione di un ordine giudiziario.
Al momento dell’irruzione, gli operatori hanno avvertito un forte odore di gas. Poco dopo, la deflagrazione ha investito i carabinieri e gli agenti, causando il crollo dell’edificio di due piani e travolgendo i militari.

All’interno del casolare vivevano tre fratelli, di età attorno ai 60 anni. Dalle prime indagini risulta che abbiano già minacciato in passato atti estremi per impedire lo sgombero.
Due di loro — un uomo e una donna — sono stati fermati. La donna risulta ferita e viene indicata dalle autorità come colei che avrebbe innescato l’esplosione. Un terzo fratello sarebbe ancora in fuga.
In totale sono segnalati almeno 13 feriti tra carabinieri, agenti della Polizia e Vigili del fuoco.

Non si tratta di un fatto isolato. Già nell’autunno del 2024 — circa un anno fa — lo stesso casolare era stato oggetto di un’operazione di sgombero che non andò a buon fine a causa della saturazione di gas da parte degli occupanti, con il chiaro intento di ostacolare l’esecuzione forzosa.

In quell’occasione, lo sgombero fu rinviato: i vigili del fuoco arieggiarono l’edificio e la situazione si concluse senza vittime né danni gravi.
Secondo alcune fonti locali, alle radici del gesto vi sarebbero difficoltà finanziarie e ipotecarie fra i tre fratelli, che avrebbero perso diritti sulla proprietà del casolare e si sarebbero opposti con metodi estremi all’esecuzione forzata.

L’episodio ha suscitato choc e sgomento a livello nazionale. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha definito il bilancio “doloroso e drammatico”, affermando che “era sensibile l’odore del gas e qualche istante dopo è avvenuta la deflagrazione” .
Sul luogo dell’esplosione sono attive perquisizioni, rilievi tecnici, accertamenti sulle bombole e sui circuiti di gas interni alla casa. Le autorità stanno ricostruendo l’esatta dinamica: chi ha agito, come e quando l’esplosione è stata innescata.

Anche il sindaco di Castel D’Azzano ha espresso il suo sconforto per l’incidente. “Oggi è un giorno tragico per la nostra comunità. Siamo tutti scossi da questa tragedia che ha colpito tre uomini che avevano dedicato la loro vita alla protezione degli altri. Esprimiamo la nostra vicinanza alle famiglie e ai colleghi”, ha dichiarato il primo cittadino.

Saranno fondamentali le testimonianze dei feriti, i rilievi dei periti e le indagini sugli impianti gas presenti nell’edificio. Allo studio ci sono anche gli aspetti legati a eventuali responsabilità penali dei fratelli occupanti, come strage, omicidio volontario, disastro aggravato.

 

 

 

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