AgenPress. Il Sindacato Unitario Lavoratori Militari (SIULM) denuncia con forza l’ingiustizia contenuta nell’articolo 42 del Disegno di Legge di Bilancio 2026, che introduce un ulteriore aggravio dei requisiti pensionistici per il personale delle Forze Armate, delle Forze di Polizia a ordinamento civile e militare, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e della Guardia di Finanza.
A decorrere dal 1° gennaio 2027, i militari e gli operatori della sicurezza dovranno attendere tre mesi in più per accedere alla pensione, in aggiunta a quanto previsto dall’articolo 43 dello stesso disegno di legge.
Dal 1° gennaio 2027: incremento complessivo di +4 mesi dell’età pensionabile (3 mesi ex art. 42 + 1 mese ex art. 43).
Dal 1° gennaio 2028: incremento complessivo di +6 mesi (3 mesi ex art. 42 + 3 mesi ex art. 43).
Fino ad oggi, il personale in divisa era escluso dagli adeguamenti automatici legati alla speranza di vita. Con questa norma, invece, si introduce un doppio aumento, più gravoso di quello previsto per il personale civile.
Una specificità rovesciata
La legge n. 183/2010 riconosce la specificità del comparto Difesa e Sicurezza come tutela per i vincoli, i rischi e i sacrifici propri del servizio militare.
Tuttavia, il Governo sembra voler trasformare questo principio in una penalizzazione strutturale, infatti per i militari e per le forze dell’ordine lo Stato introduce una misura che aumenta la durata del servizio, ignorando la natura usurante, logorante e altamente stressante di tali professioni.
Una distanza siderale tra governo e servitori dello Stato
Mai, in precedenza, nessun governo aveva osato intervenire in senso peggiorativo sulle pensioni del personale in divisa.
I militari, i carabinieri, i finanzieri, i poliziotti e i vigili del fuoco si aspettavano comprensione, riconoscimento e rispetto.
Invece, scoprono oggi una distanza siderale tra chi serve lo Stato e chi lo rappresenta nelle istituzioni.
Questo provvedimento tradisce la fiducia di migliaia di donne e uomini che, ogni giorno, sacrificano salute, famiglia e vita privata per garantire sicurezza e legalità.
Le conseguenze operative
Blocco del turnover: meno nuove assunzioni e personale più anziano nei reparti.
Maggiore stress fisico e psicologico per chi resta in servizio oltre i limiti naturali.
Perdita di efficienza operativa e peggioramento della qualità del servizio reso ai cittadini.
In un momento in cui si parla di ringiovanimento del comparto e di valorizzazione delle professionalità, l’articolo 42 va in direzione opposta.
La posizione del SIULM
Essendo ancora un disegno di legge (DDL), il SIULM si aspetta che il Parlamento e il Governo cancellino ogni forma di innalzamento dei limiti di età per il personale militare, riconoscendo invece la reale specificità e la particolarità del servizio svolto in uniforme.
Il SIULM chiede inoltre che il Governo:
Metta finalmente mano alla Legge sulla Specificità, rendendola concreta e tutelante.
Introduca il pagamento immediato del TFS per tutti gli uomini e le donne in divisa, senza ulteriori rinvii o penalizzazioni.
Riconosca i sei scatti stipendiali ai fini pensionistici.
Inserisca i militari e le forze dell’ordine tra i lavoratori usuranti, alla luce della natura del servizio e dei rischi connessi.
Il personale in divisa non chiede privilegi, ma giustizia e coerenza.
Non si può continuare a chiedere sacrifici a chi ha già dato tutto in termini di dedizione, disciplina e rischio personale.
“La vera forza dello Stato non si misura con i tagli alle pensioni dei suoi servitori, ma con la capacità di rispettarli e proteggerli fino alla fine.”
Luigi Tesone – Segretario Generale SIULM
