Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. Meloni: “L’Italia ha deciso di non far mancare il proprio appoggio al Regolamento che ha fissato l’immobilizzazione dei beni russi”

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AgenPress. Il tema delle garanzie di sicurezza è, certamente, quello sul quale si sono registrati i maggiori passi in avanti durante il vertice di Berlino. Insieme ai numerosi partner, a partire da quelli G7 ed europei, l’Italia resta impegnata anche a mantenere la pressione economica sulla Russia, con l’obiettivo di limitare le risorse che alimentano la sua macchina bellica.

Riteniamo che qualunque strumento – di sostegno a Kiev o di pressione su Mosca – debba sempre rispettare i nostri valori, principi e le regole su cui poggia lo Stato di diritto. Questo vale sicuramente per le prospettive europee dell’Ucraina.

Stiamo vigilando attentamente e incoraggiando ogni sforzo per assicurare il rispetto degli impegni che Kiev ha assunto in termini di riforme e di contrasto alla corruzione. Ma, sul tema della corruzione, voglio dire che consideriamo molto incoraggianti gli anticorpi mostrati in queste settimane dalle Istituzioni ucraine. E questo ragionamento si applica anche al dibattito sulle modalità con cui l’Unione Europea sarà chiamata a reperire le risorse per aiutare finanziariamente Kiev, con l’obiettivo di evitare un collasso che rappresenterebbe un grave danno per tutti noi.

Siamo chiamati a scelte politiche che richiedono visione e responsabilità, e che vanno ben oltre il dibattito su come trovare le risorse per sostenere l’Ucraina. Perché in gioco non ci sono solo la dignità, la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina, ma anche la sicurezza dell’Europa nel senso più ampio del termine. Questo dibattito sarà il tema principale del prossimo Consiglio Europeo, e trovare una soluzione sostenibile sarà tutt’altro che semplice.

Come sapete, l’Italia ha deciso, venerdì scorso, di non far mancare il proprio appoggio al Regolamento che ha fissato l’immobilizzazione dei beni russi senza, tuttavia – lo voglio sottolineare con chiarezza – avallare, ancora, alcuna decisione sul loro utilizzo. Lo abbiamo fatto – pur non condividendo il metodo utilizzato – perché non vi siano, ancora una volta, dubbi sulla linea coerente di sostegno che il Governo ha sempre mantenuto nei confronti dell’Ucraina.

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