Sperimentazione animale: xenotrapianti e sostanze d’abuso, slitta di altri 6 mesi l’entrata in vigore del divieto

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AgenPress. La Commissione Cultura del Senato ha approvato, nell’ambito del decreto legge PNRR, due emendamenti, proposti dal senatore Pierantonio Zanettin (FI) e dalla senatrice Ylenia Zambito. (PD) che rimandano al 1 gennaio 2026 l’entrata in vigore dei divieti di utilizzare animali per studi sugli xenotrapianti d’organo e sulle sostanze d’abuso.

Ancora una volta è stata posticipata l’entrata in vigore di alcuni divieti preveduti dall”articolo 13 della Legge di delegazione europea, noto anche come “testo Brambilla” approvato nel luglio 2013, che pose uno stop all’allevamento di cani, gatti e primati per i laboratori, restringendo la pratica della vivisezione. Nel testo si fa anche obbligo di usare anestetici e analgesici nel caso di esperimenti che possano comportare dolore per l’animale. I test bellici e quelli che includono sostanze come droghe, alcool, tabacco ed anche gli xenotrapianti sono invece vietati. La norma dà anche impulso alla validazione di metodi sperimentali che non richiedano l’utilizzo di animali. Questi divieti sono stati inseriti nel decreto legislativo 26/2014, con il quale l’Italia ha recepito la Direttiva 2010/63/EU per la tutela degli animali usati a fini scientifici. Nella Direttiva europea i divieti non sono presenti, la loro introduzione riguarda soltanto il nostro Paese. Non sono però mai stati applicati, dovevano entrare in vigore nel 2017, ma a seguito di pressioni della lobby vivisettoria  sono stati posticipati al 2020, poi al 2022, al primo luglio 2025 ed ora al primo gennaio 2026.

La decisione di inserire divieti nel decreto legislativo 26/2014 è stata motivata da due importanti fattori: l’etica e la necessità di una valutazione tecnico-scientifica. L’aspetto etico riguarda la protezione degli animali, mentre il punto di vista tecnico-scientifico evidenzia il fallimento della sperimentazione animale e la possibilità di ottenere risultati più precisi e affidabili attraverso metodi alternativi eliminando l’uso di animali. 

XENOTRAPIANTI, trapianti di organi fra individui di specie diverse, rappresentano un colossale fallimento. Finora sono quattro gli esseri umani che hanno ricevuto organi animali geneticamente corretti, tre uomini ed una donna, età media 57 anni. Nel 2024 è deceduto dopo circa due mesi dall’intervento l’uomo che si era sottoposto al trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato *. Sempre nello stesso anno è deceduta dopo circa due mesi dall’intervento la donna che si era sottoposta al trapianto di un rene di maiale geneticamente modificato.  Nel 2023 era morto dopo circa due mesi dall’intervento l’uomo che si era sottoposto al trapianto di un cuore di maiale geneticamente modificato. Nel 2022 era morto dopo circa due mesi dall’intervento l’uomo che si era sottoposto al trapianto di un cuore di maiale geneticamente modificato. 

SOSTANZE D’ABUSO gli animali sottoposti a vecchi, inutili e atroci test fumano l’equivalente di 300 sigarette al giorno, subiscono iniezioni o inalano i vapori dell’alcol. Beagle con maschere legate alle loro facce per forzare il fumo nei loro polmoni; scimmie gravide in gabbie strettissime per studiare l’effetto che la nicotina ha sui feti; topi e ratti costretti a respirare il fumo di sigaretta fino a sei ore di fila, ogni giorno. Questo, nonostante i risultati ottenuti risultino fuorvianti, soprattutto in un campo così complesso come la dipendenza che ha chiari risvolti sociologici e psicologici non riproducibili in un topo chiuso in una gabbia di un laboratorio. 

Nonostante numerosi studi sugli animali negli anni ’50 e ’60 non siano riusciti a dimostrare un legame chiaro tra fumo di sigaretta e cancro, nonostante la nostra attuale conoscenza consolidata dei dati clinici umani sulla mortalità causata dal fumo e nonostante vi sia la possibilità di effettuare test con metodi che non coinvolgono animali, gli esperimenti continuano.

Esiste una alternativa a queste pratiche ovvero approcci diversi dalla sperimentazione animale ?

SI: il paese più avanzato al mondo per l’innovazione tecnologica ed investimenti in ricerca e sviluppo, gli U.S.A., sta compiendo un un passo rivoluzionario per promuovere la salute pubblica sostituendo la sperimentazione animale nello sviluppo di terapie. La recentissima legge “FDA Modernization Act 2.0” concernente la transizione oltre i modelli animali con cellule umane, organoidi e approcci basati su AI/ML, ha eliminato l’obbligo di utilizzare studi sugli animali come parte del processo per ottenere una licenza di un prodotto in quanto totalmente inaffidabili, non predettivi per il genere umano e responsabili delle reazioni avverse dei farmaci ADR, classificate al terzo posto per cause di morte dopo malattie cardiovascolari e tumori. E’ del mese scorso la dichiarazione del Commissario dell’ Agenzia regolatoria statunitense FDA, Martin A. Makary, MD, MPH. Sfruttando la modellazione computazionale basata sull’intelligenza artificiale, i test di laboratorio basati su modelli di organi umani e i dati umani del mondo reale, possiamo fornire ai pazienti trattamenti più sicuri in modo più rapido e affidabile, riducendo al contempo i costi di ricerca e sviluppo e i prezzi dei farmaci. È una vittoria per la salute pubblica e l’etica.” Di contro in Italia si persevera nella pratica della vivisezione o sperimentazione animale, cambia il termine ma non la modalità,  rimasta a metodi novecenteschi. Il concetto delle 3R, il modello a cui tutti i vivisettori sono tenuti a riferirsi quando progettano ed eseguono uno studio animale, è stato sviluppato nel 1959 dagli accademici britannici Russel e Burch, dieci anni prima dello sbarco sulla luna (!!!) e lì si è fermato mentre da allora il progresso scientifico e tecnologico ha raggiunto uno straordinario sviluppo.

Quali sono i motivi che spingono a mantenere lo status quo ?

Profitto delle industrie farmaceutiche: le case  farmaceutiche hanno la possibilità di immettere sul mercato un gran numero di prodotti: quello che alla base è l’errore metodologico della sperimentazione inter species diviene una grande opportunità per le aziende. La varietà delle risposte ottenute e l’impossibilità di sapere a priori, quale è corrispondente alla risposta che darà l’uomo, dà la possibilità alle aziende di dimostrare qualsiasi ipotesi scegliendo, di volta in volta, quella più congeniale a loro scopo ultimo, il profitto. 

Tutela giuridica delle case farmaceutiche in caso di inaspettato effetto nocivo sull’uomo o disastri farmacologici di nuovi farmaci messi in commercio: i test su animali sono imposti dalla legge. Ogni sostanza che viene commercializzata dopo aver superato questi test è a norma di legge. La sperimentazione animale, dunque, permette alle aziende sia di commercializzare qualsiasi sostanza , sia di non esserne poi responsabili in caso di danni o disastri farmacologici (vedi Talidomide, Lipobay o Vioxx solo per citarne alcuni ), poiché la sua produzione e diffusione nell’ambiente sono avvenute a norma di legge. Per questo motivo davanti ai tribunali sono le stesse aziende che ammettono l’antiscientificità della sperimentazione animale e riferiscono di effettuare questi test solo perché obbligatori. Allo stesso tempo, però, le varie lobbies fanno pressione sulle istituzioni politiche affinché questa legge non venga modificata e la sperimentazione inter species non venga sostituita con metodi realmente scientifici che risulterebbero estremamente restrittivi. 

Questo ne è l’esempio. I parlamentari firmatari degli emendamenti non hanno agito per conto della salute pubblica, ma per gli interessi delle aziende.

Dichiarazione del presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli.

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