Un premio che nasce dall’amore per un padre, dalla forza della tradizione artigiana e dal desiderio di riconoscere il valore delle persone. Da nove anni, il Premio “Giuseppe Fasano” racconta una Puglia fatta di storie, mani e futuro
AgenPress. Ci sono premi che nascono per celebrare l’eccellenza e altri che, nel tempo, diventano qualcosa di più profondo: un atto di gratitudine, un gesto di memoria, una forma concreta di resistenza culturale. Il Premio Internazionale “Giuseppe Fasano” – Grottaglie Città delle Ceramiche appartiene senza dubbio a questa seconda categoria. Giunto alla sua nona edizione consecutiva, è il frutto della visione, della tenacia e della passione di Giuseppe Fasano, ceramista grottagliese che da anni combatte, con discrezione e determinazione, per valorizzare la ceramica del suo territorio e la cultura del fare artigiano.
Questo premio non nasce da un’operazione di marketing né da un’istituzione calata dall’alto. Nasce da una storia familiare secolare, che affonda le radici nel 1620, e soprattutto da un debito morale: quello verso Nicola Fasano, maestro artigiano e padre, al quale il riconoscimento è dedicato. Ogni edizione è, prima di tutto, un atto d’amore filiale e una promessa mantenuta: non disperdere un’eredità fatta di mani, tempo, silenzio e bellezza.
Negli anni il Premio ha viaggiato, cambiato scenari, incontrato persone. Per alcune edizioni è stato ospitato a Cellino San Marco, nella casa di Albano Carrisi, luogo simbolico di accoglienza e di cultura popolare. Quest’anno approda in un contesto altrettanto evocativo: il Castello Dentice di Frasso di San Vito dei Normanni, residenza storica ancora vissuta, scelta non per il prestigio fine a sé stesso, ma per il valore simbolico di una storia che continua a essere abitata. È un dettaglio che racconta molto dello spirito del Premio: la tradizione non è un museo, è una casa viva.
In questi nove anni, con fatica – va detto senza retorica – Giuseppe Fasano ha costruito una comunità ideale attorno al Premio. Registi, artisti, imprenditori, studiosi, artigiani, uomini e donne del territorio e non solo hanno ricevuto questo riconoscimento non come una semplice targa, ma come un segno di stima autentica. Per molti di loro, essere invitati e premiati ha significato sentirsi visti, riconosciuti, ascoltati. In un tempo in cui il merito spesso passa inosservato, questo Premio restituisce dignità alla gratificazione, ricordando che dire “grazie” pubblicamente è un atto culturale e civile.
Il valore del Premio “Giuseppe Fasano” sta anche qui: nel suo umanesimo discreto, nel modo in cui unisce memoria e presente, artigianato e pensiero, territorio e mondo. Celebrando eccellenze diverse, racconta una Puglia che non ha bisogno di urlare per essere credibile, ma che sa parlare attraverso le storie, i gesti, le opere e le persone.
E, al centro di tutto, resta lui: Giuseppe Fasano, ceramista, custode di una tradizione, organizzatore instancabile, figlio che ogni anno rinnova un dialogo silenzioso con il padre. Finché questo Premio continuerà a essere celebrato, Nicola Fasano continuerà a vivere non solo nella memoria, ma nelle mani, nelle idee e nel futuro di una comunità. Ed è forse questo il riconoscimento più grande.
A testimonianza del prestigio e della credibilità conquistati nel tempo, tra i premiati delle passate edizioni figurano anche autorevoli personalità istituzionali e del mondo culturale e dell’informazione, come il Prefetto Francesco Tagliente, presidente della Fondazione Insigniti OMRI, il Prefetto di Brindisi Luigi Carnevale, Fabrizia Dentice di Frasso, che nel corso degli anni ha accolto il Premio nello storico Castello di famiglia, la giornalista Titty Battista, anima organizzativa della manifestazione fin dalle sue origini, e Maria Liuzzi, volto noto di Telenorba, che con professionalità e sensibilità ha condotto e raccontato il Premio, contribuendo a rafforzarne il valore pubblico e comunicativo.
