Coronavirus: Avv. Luca Di Carlo, dopo la denuncia all’Onu bavaglio della Cina sull’origine del virus

Agenpress. L’Avvocato Luca Di Carlo si è attivato sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, affinché le vittime del coronavirus: quali medici, infermieri e anche semplici cittadini trovassero un’adeguata giustizia.

E’ stato il primo a denunciare l’illegittimità costituzionale dello scudo penale, proposto in un emendamento dal Governo italiano, volto a condonare eventuali responsabilità dei dirigenti sanitari e delle Istituzioni; arrivando a denunciare il premier Giuseppe Conte e il Ministro della Salute Roberto Speranza.

Successivamente alle sue denunce altri illustri avvocati hanno intrapreso lo stesso iter giuridico.

Adesso ha alzato il tiro e dopo le dichiarazioni del presidente Donald Trump: “la Cina ha nascosto a lungo le reali dimensioni dell’epidemia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è accorta in ritardo del reale contagio è/o addirittura di aver minimizzato la gravità, in quanto succube della Cina”, l’Avvocato Luca Di Carlo si appresta a denunciare l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel caso non indaghi sulle omissioni o ritardi della Cina nel rivelare con ritardo l’espandersi del virus.

Il legale chiede che venga accertato se il Covid-19 è il risultato di un’evoluzione naturale o se è un “prodotto di laboratorio”.

“Se il Covid-19 dovesse risultare un virus “generato dall’uomo” si ravvisa una vera e propria minaccia alla pace nel mondo e alla sicurezza internazionale. Quindi le responsabilità ed omissioni, nel caso vengano comprovate, devono essere giudicate come veri e propri atti di terrorismo. Sono atti criminali e come tali devono essere giudicati”. Pertanto sia coinvolta l’ONU che ha come uno dei primari compiti anche quello della tutela dei diritti umani”.

L’avvocato Di Carlo è convinto delle responsabilità della Cina nell’aver nascosto le dimensioni e la gravità del Covid-19. A comprovare la sua tesi ora anche la rivelazione della Cnn: “le ricerche scientifiche sull’origine del coronavirus, prodotte in Cina, dovranno essere “filtrate”. Lo stabilisce una direttiva del governo centrale, di cui l’emittente televisiva è entrata in possesso, diktat subito recepito e rilanciato da due comunicazioni on-line pubblicate da due università cinesi, poi rimosse dal web.
In soldoni: tutto ciò che il mondo accademico cinese produrrà, da oggi in poi, deve essere controllato dal partito. E solo dopo potrà essere pubblicato.
L’obiettivo? Epurare la narrazione sull’origine dell’epidemia”.

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