L’opinione di Roberto Napoletano. Amici degli amici

Agenpress. La mangiatoia pubblica che il Nord ha ritagliato per sé nelle pieghe del bilancio dello Stato riserva sorprese quotidiane e certifica come meglio non si potrebbe le ragioni profonde della crisi strutturale italiana. Noi abbiamo a volte la sensazione di predicare nel deserto tanto è il silenzio complice che avvolge fatti e numeri, ma a maggior ragione non intendiamo deflettere di un millimetro.

Le distorsioni alimentate dal trapano della Spesa Storica che toglie ogni anno decine e decine di miliardi dovuti al Sud per spesa sociale e infrastrutture di sviluppo e foraggia il peggiore assistenzialismo del Nord fanno dell’economia italiana la più vulnerabile nel mondo occidentale. Le Regioni cosiddette forti hanno perso tutti i primati della grande impresa privata, il tessuto di aziende medio piccole di qualità si è ritagliato un ruolo di appendice meridionale del gigante tedesco rompendo ogni legame con il sistema produttivo del Mezzogiorno e soffrendo oggi in modo facciale la fragilità senile tedesca.

Per un certo tempo, la cultura della rendita ha coperto tutto, la mangiatoia di Stato ha narcotizzato gli spiriti vitali ma ha anche trasferito appalti di favore e consumi; poi si è scoperto che i carrozzoni regionali del Nord e la miriade di partecipate e di controllate di partecipate sono diventati una fabbrica di debiti e di consenso, hanno alimentato il peggiore assistenzialismo e hanno indebolito le imprese di mercato a seconda dei casi cedute a prezzo da capogiro o svendute al colosso francese o cinese di turno.

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