AgenPress – Le donne hanno pagato il prezzo piĆ¹ alto della crisi in quanto impegnate a ricoprire ruoli e a svolgere lavori piĆ¹ precari, soprattutto nei servizi.Ā Le donne non sono un soggetto svantaggiato. Sono la metĆ del mondo, la battaglia per lāuguaglianza di genere non puĆ² essere piĆ¹ solo un punto di un programma politico aggiunto ma deve essere al centro di azioni concrete creando vantaggi economici, sociali e culturali per lāintero Paese.
Tutti i dati confermano cheĀ la condizione della donna lavoratrice ĆØ penalizzata soprattutto dalla difficile conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Ć questa difficoltĆ che contribuisce a mantenere la quota di occupazione femminile (meno del 50%) al di sotto delle medie europee.
Ć la fotografia che emerge dal āRapportoĀ sul Mercato del lavoro e la contrattazione 2020āĀ del CNEL che sarĆ Ā presentato martedƬ 12 gennaio alle ore 11Ā nellāambito di unāassemblea tematica in collegamento telematico presieduta dal Presidente Tiziano Treu che presenterĆ il documento, a cui interverranno la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali,Ā Nunzia Catalfo, e il Director, Employment, Labour and Social Affairs, OECD,Ā Stefano Scarpetta
Tale dato si ĆØ aggravato nel corso della pandemiaĀ senza che il ricorso allo Smart working abbia giovato a correggerlo, perchĆ© esso ĆØ stato limitato dallāaggravio di compiti familiari, specie sulle donne con figli impediti di frequentare le scuole. Per lo stesso motivo si spiegano il crollo della occupazione femminile e la crescita del tasso di disoccupazione in occasione della maternitĆ per le donne indotte a lasciare il lavoro per prendersi cura dei figli.
Su questa baseĀ il CNEL ha piĆ¹ volte sottolineato come per promuovere la occupazione femminile non bastino politiche di incentivazione economica alle assunzioni, ma serva anzitutto allargare la offerta di servizi, non soltanto asili nido, ma scuola a pieno tempo e servizi per gli anziani, nonchĆ© promuovere forme organizzative del lavoroĀ piĆ¹ favorevoli alla conciliazione.Ā Nellāoccupazione femminile giocano un ruolo fondamentale i percorsi formativi. La minore frequenza con cui le ragazze scelgono percorsi di studio nelle materie STEM rispetto ai maschi comporta conseguenze sia nel breve sia nel lungo periodo: se infatti nel breve periodo la componente femminile ĆØ meno presente nei percorsi di studio piĆ¹ richiesti e meglio remunerati dalle imprese, nel lungo periodo sono proprio i settori STEM che presentano le maggiori prospettive di crescita.