Rapporto Zoomafia 2021. Ogni 58 minuti in Italia, nel 2020 aperto un fascicolo per reati a danno di animali

I crimini a danno di animali sotto la lente d’ingrandimento dell’Osservatorio Zoomafia LAV, con la 22a edizione del Rapporto Zoomafia 2021 redatta da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio:

  • ogni 58 minuti in Italia, nel 2020, è stato aperto un fascicolo giudiziario per reati a danno di animali;
  • ogni giorno si contano in media 25 fascicoli e circa 14 indagati, uno ogni 103 minuti;
  • si registra a livello nazionale un tasso di 15,25 procedimenti e di 8,72 indagati ogni 100.000 abitanti.
    IL RAPPORTO ZOOMAFIA LAV 2021 ANALIZZA:
    • I crimini contro gli animali più contestati
    • La geografia dei crimini contro gli animali
    • Crimini contro gli animali e Pandemia
    • Combattimenti tra animali un reato sempre pericoloso
    • Corse clandestine di cavalli, ippodromi & scommesse
    • L’affare dei canili e del traffico di cani
    • I traffici internazionali di fauna e il bracconaggio
    • Il bracconaggio ittico
    • La “Cupola del bestiame”
    • “Malandrinaggio” di mare: un malaffare a danno della biodiversità marina
    • Zoocriminalità minorile, animali usati a scopo intimidatorio, animali rubati

    Esaminando i dati di un campione di 116 Procure tra Ordinarie e Minorili che hanno risposto sia quest’anno che l’anno passato (un campione pari a circa il 70% di tutte Procure) si registra una diminuzione dei procedimenti nel 2020, rispetto al 2019, pari al -3% circa (7052 fascicoli nel 2019 e 6866 nel 2020); mentre il numero degli indagati è diminuito del -21% circa (4701 indagati nel 2019 e 3734 nel 2020).

    Riteniamo che questa flessione non corrisponda, però, ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma che indichi solo una diminuzione delle denunce e dei fatti accertati. In periodo di emergenza le attività di polizia, anche per quegli organi prioritariamente preposti all’accertamento di tali reati, sono state indirizzate, ovviamente, verso altre emergenze. Se da un lato le condizioni imposte dall’emergenza hanno portato di fatto alla quasi impossibilità dell’accertamento di questi reati, dall’altro questo non vuol dire che tali reati non siano stati consumati, se si considera che circa il 30% dei casi accertati vengono perpetrati in un contesto domestico, familiare o di custodia, ambiti in cui i controlli – di per sé già difficili – hanno risentito notevolmente degli effetti della chiusura.

    Il fenomeno è quindi tutt’altro che in diminuzione, ed è importante aumentare gli strumenti di contrasto a disposizione delle Forze dell’Ordine: per questo chiediamo a Governo e Parlamento di approvare al più presto l’inasprimento delle pene nella riforma della legge 189 oggetto della nostra petizione #MISALVICHIPUÒ.

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