Ambiente. Nel 2017 finiti in mare 245 t. plastica, molta ingerita dai pesci

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Agenpress – La problematica relativa alla presenza dei rifiuti marini è emersa soprattutto nell’ultimo decennio. Dal programma di monitoraggio effettuato dall’Italia per l’attuazione della Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino (Direttiva 2008/56/CE, cosiddetta ‘Strategia Marina’) è possibile derivare una prima fotografia sulla quantità dei rifiuti marini presenti sui litorali, sui fondali marini e nella colonna d’acqua.

Sono  oltre 245 tonnellate di plastica sono finite nei mari italiani nel 2017,  l’80% proviene dalla terra ferma e l’85% di presenza di plastica è stata riscontrata in 120 esemplari nel Mar Mediterraneo “con effetti sulla tutela della biodiversità e sulla catena alimentare”.

Lo ha rivelato in anteprima a Bari dal presidente dell’Ispra, Stefano Laporta, che ha partecipato oggi alla inaugurazione della nuova sede del Centro regionale Mare di Arpa Puglia.

Tra il 18,2 e il 24,8 per cento della plastica che finisce in mare viene ingerita dai pesci e da un recente studio è emerso che il 95% degli individui della specie Fulmar glacialis nel Mar del Nord contiene plastica nello stomaco.

“Questi dati – ha spiegato Laporta – dimostrano la necessità di un approccio scientifico sempre più rigoroso e sinergico per depotenziare i comportamenti sbagliati dei dei cittadini e certe prese di posizione. Del mare dobbiamo recuperare la centralità rispetto allo scenario euro-mediterraneo e l’inaugurazione di questo Centro di Arpa Puglia, un unicum in Italia, testimonia la sensibilità e l’impegno di una regione che è profondamente collegata all’elemento mare. Si tratta di difendere uno dei patrimoni di tutto il nostro Paese in un ottica di tutela ambientale ma anche sviluppo economico e sociale”.

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