Agenpress. “Il Sud non è una terra dimenticata, ma la vera emergenza nazionale. Ecco perché in manovra abbiamo trasformato il principio teorico del 34% in norma di legge valida ex ante, non come controllo a posteriori.
D’ora in poi un terzo di tutti gli investimenti nazionali andrà al Sud, in proporzione alla sua popolazione” – dichiara Giuseppe Provenzano da quasi quattro mesi ministro Pd per il Sud -.
“Appena insediato ho trovato un livello di investimenti pubblici tra i più bassi degli storia d’Italia. Il Fondo di sviluppo e coesione – risorse nazionali – praticamente fermo: solo 1,2 miliardi spesi nel 2018. Ho chiesto di accelerare per arrivare a 4,5 miliardi nei prossimi anni, il livello pre-crisi. Rischiavamo poi di perdere altri 2 miliardi di fondi europei dell’attuale programmazione. Abbiamo lavorato giorno e notte per recuperarli. Ma la sfida però è uscire dall’emergenza. Il Sud deve alzare lo sguardo, dare una prospettiva di medio-lungo periodo ai giovani”. – continua Provenzano -.
“Sarà un piano decennale, oltre 100 miliardi coi fondi Ue. I primi tre anni realizzeremo le novità della legge di Bilancio. Negli altri sette attueremo meglio la programmazione europea. I soldi ci sono, ma bisogna metterli a tema e capire cosa farci”.
“La priorità del Paese non è l’invasione degli immigrati che non esiste. Ma la fuga dei giovani. E il non lavoro. Questo governo ce l’ha ben chiaro. I giovani devono poter partire, ma c’è anche un diritto a restare. Nessuno ha la bacchetta magica. E l’emigrazione non si ferma per decreto. Spingeremo gli investimenti, renderemo attrattivo il Meridione. E al tempo stesso introdurremo uno sgravio per chi assume donne. Durerà dieci anni come il piano. Le donne sono il potenziale da liberare al Sud”. – conclude Provenzano -.