Agenpress. Spraynews.it ha intervistato l’On. Fabrizio Cicchitto in merito all’ultimo film, “Hammamet”, di Gianni Amelio, per sentire il suo parere dopo alcune critiche “contro”. L’On. Cicchitto ha conosciuto la stagione della cosi detta prima Repubblica, per intenderci quella stagione politica si consuma con l’avvento di Mani Pulite, quando tra gli indagati risulterà proprio il Presidente del PSI, protagonista della pellicola di Amelio: l’On. Bettino Craxi.
L’attività politica di Cicchitto prosegue poi da Forza Italia che confluisce nel PDL fino al suo discioglimento, entrando così a far parte del Nuovo Centro Destra ove resterà a sostegno del Governo Renzi e poi Gentiloni appoggiando così la maggioranza con il PD.
“Hammamet” di Gianni Amelio è un buon film, Favino è strepitoso, nel complesso la mia valutazione è positiva eccetto che per due cose. La prima riguarda la scena iniziale, a ridosso del Congresso del 1989 ove non erano presenti i prodromi di quello che sarebbe avvenuto con Tangentopoli; la seconda, il ruolo del figlio del socialista che poi si suicida, ecco sostanzialmente queste due discrepanze a mio avviso sono le note stonate.
Il protagonista dichiara Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Liberta’, ex presidente della commissione affari esteri della Camera al quotidiano online Spraynews.it – dà un’interpretazione impeccabile dell’uomo lontano dalla ribalta politica e quanto accadde con Mani Pulite; la figura che ne viene fuori è una dimensione umana, la dimensione di un uomo sconfitto da un punto di vista politico, ma non solo.
Certo alcune cose non sono l’esatta descrizione della realtà, altre non sono così vere, ad esempio mi viene in mente il momento in cui nessuno della DC, a parte Cossiga, andò a far visita a Craxi, nel film questo non risulta.
Il PD è ancora rimasto schiacciato da quella stagione e in merito alle polemiche demistificanti che vedrebbero nel film un’immagine di “santificazione” del protagonista, no, proprio nessuna santificazione è in corso, viene fuori solo l’immagine di un uomo solo, che soffre e che a tratti si arrabbia, il resto lo lasciamo scrivere a Il Fatto».