Cuneo fiscale, aumenti per fasce di reddito. Da 192 euro a 1.200 euro annui

Agenpress – Taglio del cuneo fiscale per oltre 4 milioni di contribuenti poco sopra i 26 mila euro di reddito, che non percepivano il bonus da 80 euro di Renzi introdotto nel 2014. E qualche beneficio aggiuntivo anche per quella stessa platea.

La misura partirà dal primo luglio e consentirà di aumentare fino “a 100 euro lo stipendio netto”, estendendo la platea del bonus Renzi “a più di 4 milioni di lavoratori” spiega Gualtieri, che prima ha incontrato da solo i sindacati a livello informale e poi nel format ufficiale con il premier. C’è “un’ampia convergenza sulle modalità di questo primo intervento importante a sostegno dei redditi da lavoro dipendente” dice, insistendo sul “consenso sia nella maggioranza, sia nei sindacati”.

Pertanto  per 16 milioni di lavoratori con redditi tra gli 8mila-40mila euro, 4,3 milioni in più rispetto alla platea del bonus Renzi, con miglioramenti da 1.200 euro a 192 euro annui, da 100 euro a 16 euro mensili.

La proposta del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri incassa il via libera dei sindacati e punta dritta al traguardo con la stesura del provvedimento entro fine mese. Partirà poi la fase 2, quella della più ampia riforma fiscale, per sciogliere il nodo degli incapienti.

Chi prende gli 80 euro dal 2014 arriverà a quota 100: 20 euro in più. I redditi tra 24.600 e 26.600 euro che oggi si accontenano di un décalage, praticamente briciole, passeranno a 100 euro puliti al mese. E così fino a 28 mila euro di reddito. Poi il bonus – ovvero il credito di imposta – si trasformerà in detrazione e andrà a calare: 97 euro al mese per un reddito da 29 mila euro e 94 euro per un altro da 30 mila. E così via, come si vede nella tabella. Ogni mille euro in più di guadagni lordi 3 euro in meno di beneficio. Salto che diventa di 16 euro in meno dai 35 mila euro in poi. Fino ai 53 centesimi al giorno. Il governo può dire di aver beneficiato 16 milioni di lavoratori (ma 11,7 milioni già toccati dal bonus 80 euro). In attesa della riforma dell’Irpef, un must di tutti i governi.

E’ “un segnale importante e concreto a sostegno del lavoro e della crescita nel Paese” è il commento del titolare di via XX settembre dopo l’incontro a Palazzo Chigi, insieme al premier Giuseppe Conte, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e il viceministro al Mef Laura Castelli, con i tre leader di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo. “Il primo passo verso una riforma complessiva del fisco ed in particolare dell’Irpef” sottolinea Conte, preannunciando l’intenzione del governo “di coinvolgere anche i pensionati nella riduzione dell’Irpef”.

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