Agenpress. Siamo sicuri che il taglio del cuneo avrà davvero gli effetti sperati sull’economia italiana? Abbiamo spiegato cinque motivi per i quali questo miglioramento non ci sarà, puntando l’indice soprattutto sull’esiguità delle risorse stanziate dal Governo e sul costo (in termini di maggior deficit) che questo comporta.

Oggi, sulla Stampa, anche l’economista Carlo Cottarelli converge sulle nostre critiche, quando scrive che il taglio previsto dal Governo “a regime, non è sufficiente a portarci sulla media europea. Per quello servirebbe molto di più”. Almeno 10 miliardi di euro l’anno, come abbiamo proposto noi, individuando le risorse necessarie nell’abolizione delle misure assistenzialiste di quota 100 e reddito di cittadinanza. Il secondo problema individuato da Cottarelli è quello del deficit “che resta alto”, nonostante l’impegno dell’Esecutivo ad abbassarlo.

Il rischio è quello che nel 2020 toccherà il 2,5% del Pil, in assenza di un serio taglio della spesa pubblica e delle tax expenditures. Tagli tanto impopolari quanto improbabili. Il rischio, come scrive giustamente Cottarelli, è quello inoltre che l’operazione si trasformi in una mera operazione redistributiva del reddito tra le varie classi sociali senza che questo crei un solo euro di crescita. Una tipica operazione di sinistra.

E’ quanto dichiara, in una nota, Renato Brunetta deputato e responsabile economico di Forza Italia.