Per evitare una crisi di solvibilità prima dell’estate vari le riforme del diritto amministrativo/semplificazione e del diritto civile
Agenpress. Il problema non è che abbiamo messo nero su bianco il 10,4% di deficit/pil con un debito che viaggia inevitabilmente verso vette inesplorate. Il problema è che quel 10,4% – sia che valga ipoteticamente 50/60 miliardi di cassa o meglio 80/100 – nelle tasche degli italiani non ci arriverà mai se non in misura infinitesimale.
Perché questo Stato italiano, i suoi enti pubblici, per non parlare delle Regioni, sono tutti incapaci di spendere. Perché l’Inps è un colabrodo che fa acqua da tutte le parti e le banche sono una mostruosità in sé ma hanno anche l’alibi di non avere ricevuto le garanzie penali giuste. Perché chi guida il Tesoro della Repubblica, Roberto Gualtieri, è vero che è lì solo da quattro mesi e non può essere responsabile di tale sfracello, ma non ha la forza e il carattere per mettere in riga tutti questi “governatori dei conti pubblici” che lo accerchiano e sanno tirare solo il freno a mano.
Non hanno ancora capito loro e lui che non possono ripercorrere le strade amministrative e fiscali (sbagliate) dei tempi di pace, ma che devono rifare tutto daccapo perché siamo in tempi di guerra e perché o si coglie questa occasione per digitalizzare e sveltire tutto o siamo spacciati per sempre. O capiscono che devono fare l’esatto contrario di quello che hanno fatto finora e riescono a inondare il mercato di liquidità vera per pagare stipendi e finanziare investimenti o cumuleremo al danno irrimediabile del fallimento dello Stato Sovrano la beffa della rivolta sociale in casa e del discredito internazionale fuori. Un vero capolavoro.
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