Agenpress. Il governo ha un piede nella crisi: il discorso di Matteo Renzi al Senato è stato chiaro, quasi l’apertura formale di un percorso di crisi. Del resto, di cosa ci meravigliamo? La crisi è stata congelata dal Coronavirus.
Silvio Berlusconi lo ha capito bene, lasciando ai sovranisti la mistica delle elezioni anticipate e scegliendo una linea di collaborazione aperta e chiara con l’esecutivo sui temi dell’emergenza: l’elettorato ha gradito e Forza Italia torna a viaggiare sul 7%, poco al di sotto dei risultati delle elezioni europee.
Non a caso i sondaggi sorridono poco a Salvini e Renzi. La gente vuole soluzioni sanitarie ed economiche, e le vuole dal governo, da questo governo, perché questo c’è.
Matteo Renzi invece ha fretta di fare la crisi, ha più fretta di Salvini, perciò spinge per riaprire l’Italia, vuole uscire dal clima di emergenza per rendere possibile la cacciata di Giuseppe Conte.
Renzi proverà a far cadere Conte, subito. Perché, vi chiederete. È presto detto: il senatore di Rignano è un democristiano come me e come Conte, sa che esiste una prateria al centro, e che lui non riesce a conquistarla col suo partitino (così come non ci sono riuscito io con tanto di scudo crociato e benedizione di Berlusconi).
Il timore di Matteo Renzi è che ci riesca Conte. Dal governo il centro si organizza meglio, do you remember Dini e Monti? Il partito di Giuseppe Conte è l’incubo di Matteo Renzi, dall’inizio della legislatura.
Io ho provato a far capire che il centro può risorgere solo con una leadership collettiva e plurale, come la Dc. L’uomo solo al comando funziona a destra, già meno a sinistra, per niente al centro.
E’ quanto dichiara, in una nota, l’on. Gianfranco Rotondi Presidente della Fondazione Dc e vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera.