Cicchitto (ReL): le donne più forti dei politici maschi. Meloni e Bellanova rappresentano le vere novità, nel bene e nel male

Agenpress. “Quello che uccide l’autenticità della parità uomo-donna è il discorso sulle quote, anzi il discorso sulle quote è proprio la negazione del riconoscimento della parità uomo donna.

La fissazione di una percentuale è a detrimento della oggettività dei meriti come valutazione di una persona. Il discorso che adesso in Italia è stato fatto sulla composizione totalmente maschile delle task force con il relativo ampliamento ad alcune unità è stato un esercizio del tutto avvilente.

Invece, non per un discorso di quote, ma per l’affermazione di valori autentici nella destra e nella sinistra stanno emergendo solo due leader naturali, entrambe di sesso femminile: ci riferiamo a Giorgia Meloni nella destra e a Teresa Bellanova nella sinistra.

Si tratta di due persone diverse fra di loro, ma con un punto in comune. Entrambe hanno avuto un’infanzia assai difficile. Entrambe non hanno avuto alle spalle una famiglia che le sostenesse almeno nel proseguire gli studi e, mentre svolgevano i lavori più umili hanno tolto al sonno qualche ora per una formazione da autodidatta. Si sono formate così una cultura politica forte, per la convinzione in valori di opposto segno, ma molto sentiti. Le esperienze sono agli antipodi, una si è fatta strada nel tradizionale ed esplicito maschilismo della destra, l’altra è partita dal polo più emarginato del progressismo, quella del bracciantato agricolo, è dovuta far strada in un mondo, quello di sinistra, certamente molto più ipocrita sul terreno della parità dei sessi rispetto a quello di destra, ma in cui la gratificazione è tutta rivolta alle donne che fanno parte dei club radical chic.

Giorgia Meloni esprime un’anima di destra, quasi sempre con una sostanza colta e talora tatticamente assai sottile. E’ un’oratrice spontanea e naturale. Quanto alla Bellanova, riesce a bucare gli stereotipi di linguaggio consueti a una sinistra che si è molto appiattita sull’establishment combinando insieme due elementi dirompenti, il linguaggio di una leader popolare che viene dalla gavetta e parla come mangia con contenuti innovativi rispetto ad una sinistra appiattita sulle posizioni tradizionali della sinistra democristiana o del berlinguerismo.

A mio avviso, paradossalmente, Giorgia Meloni e Teresa Bellanova sono finora gli unici nuovi leader emersi sulla scena e si sono fatte strada non certo sulla base di una ripartizione di quote, ma per la genuinità delle posizioni e per l’eloquenza del messaggio. So bene che la Bellanova è stata duramente contestata proprio da Libero e dai suoi lettori sia per aver regolamentato la posizione degli emigranti. Libero le ha rinfacciato di aver pianto per loro ma non per gli italiani che si ritrovano in condizione di estrema difficoltà e l’ha soprannominata la ministra dei clandestini.

Tuttavia la Bellanova, come la Meloni non è una mammoletta: sta sul ring dove dà colpi e ne riceve. Sappiamo bene che da tempo la politica è fra le attività più screditate e attaccate, però specie in momenti drammatici come questi essa svolge nel bene e nel male un ruolo decisivo. Certamente per molti aspetti la politica è una professione, ma è asfittica se non si combina con la passione, la passione per alcuni valori, per alcune idee, per alcune storie, per la tutela di alcune forze sociali.

Ecco, Giorgia Meloni e Teresa Bellanova sono diverse in quasi tutto, a partire dalle rispettive storie per arrivare alle loro attuali posizioni politiche, ma tuttavia se uno si guarda in giro e si chiede se è emerso finalmente nella vita politica italiana qualche personaggio nuovo non può fare a meno di evocare il loro nome.”

Così Fabrizio Cicchitto (Presidente Riformismo e Libertà).

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