Il Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD) e FORUM PA-FPA presentano proposte operative per una Pubblica amministrazione che sia in grado di sostenere la ripresa nel post-pandemia.
In primo piano: rilancio dei concorsi, competenze dei dipendenti pubblici, trasformazione digitale, appalti innovativi, valutazione, trasparenza e partecipazione, autonomia e maggiore discrezionalità della dirigenza
Agenpress. Per avviare una ripresa strutturale e di lungo periodo, che non sia solo una risposta momentanea all’attuale emergenza, serve una pubblica amministrazione rinnovata, a livello di personale, procedure, tecnologie, competenze. Si rischia, altrimenti, di perdere una grande occasione, spendendo le risorse disponibili senza offrire risposte ai reali bisogni dei cittadini e delle imprese. A sottolinearlo sono il Forum Disuguaglianze e Diversità (ForumDD) e il FORUM PA-FPA, mettendo a confronto lo stato di salute delle amministrazioni pubbliche italiane e le grandi sfide che il paese ha di fronte, a partire dalla gestione delle ingenti somme di denaro stanziate dal Governo e dell’Unione Europea che serviranno per la salute, per i servizi fondamentali e per il rilancio del sistema produttivo e la creazione di nuova e buona occupazione. Per sostenere questo ruolo c’è però una PA fiaccata dai tagli al personale, che ha visto in 10 anni una riduzione di oltre 212 mila unità e dove è impiegato solo il 14% degli occupati totali del Paese. Una PA dove si registra l’età media più elevata dell’area OCSE (51 anni), largo ricorso al precariato (ad oggi oltre 350mila i precari nella PA) e una spesa in formazione di 48 euro a dipendente all’anno (solo quelli a tempo indeterminato), poco più di una giornata a testa.
Guardando sia all’emergenza, che impone velocità e semplificazione, sia allo sviluppo dell’Italia nei prossimi dieci anni, orientato alla giustizia sociale e alla sostenibilità ambientale, le proposte ForumDD-ForumPA, all’attenzione della Commissione Colao, partono quindi da alcune leve strategiche: il rinnovamento del personale, con l’entrata dei 500 mila nuovi giovani, riconfigurando gli organici in relazione alle missioni assegnate e ai nuovi compiti; una maggiore autonomia e discrezionalità dei dirigenti; il lavoro per obiettivi strategici e per comunità di progetto; il rinnovamento dei sistemi di valutazione, valorizzando le competenze organizzative; la trasformazione digitale per migliorare l’efficienza e la trasparenza; la valorizzazione della domanda pubblica con il ricorso agli appalti innovativi; una maggiore partecipazione del mondo del lavoro, delle imprese, della società civile, per riconquistare una fiducia che si è persa negli anni.
Le azioni proposte riguardano:
- l’accompagnamento e il sostegno alle amministrazioni nelle sfide di semplificazione per la riduzione dei tempi e degli oneri amministrativi, da realizzare attraverso un’azione di sistema volta a snellire la normativa, eliminando la stratificazione di leggi e regolamenti, la standardizzazione delle procedure, un maggior ricorso alle autocertificazioni e ai controlli ex post da perseguire attraverso una completa interoperabilità delle basi di dati pubbliche.
- il rinnovamento qualitativo e quantitativo del pubblico impiego riconfigurando gli organici in relazione alle missioni assegnate e ai nuovi compiti, con assunzioni mirate agli obiettivi strategici, curando con grande attenzione i nuovi inserimenti e con una maggiore attenzione alle persone sia in termini di formazione sia di valutazione;
- la lotta alla “burocrazia difensiva”, e la promozione della discrezionalità e dell’autonomia della dirigenza, predisponendo anche una riforma dei controlli che sia funzionale agli obiettivi di policy e permetta ai dirigenti di decidere minimizzando i rischi che non siano connessi a dolo;
- la riforma, il rilancio e il rafforzamento della formazione che nel 2018 è scesa a 154 milioni di euro totali (erano 263 milioni nel 2008), con il ripristino dell’investimento per la formazione per ogni ente al minimo dell’1% monte salariale;
- la promozione della sussidiarietà orizzontale e della partecipazione per coinvolgere, co-progettare e mettere a frutto le conoscenze e i saperi della cittadinanza attiva organizzata e sanare la frattura che si rileva tra PA e cittadini;
- una più completa trasformazione digitale delle amministrazioni che permetta di ripensare i processi e i modelli organizzativi e favorisca una vera interoperabilità e una nuova governance dei dati insieme ad un loro uso pubblico come “bene comune”, come suggerito dalla recente Strategia europea della Commissione europea.