Agenpress – Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha annunciato che firmerà nelle prossime ore un’ordinanza che prevede l’abbattimento dell’orso, non ancora identificato, che nel pomeriggio di lunedì ha aggredito Fabio e Christian Misseroni, padre e figlio, sul Monte Peller, in valle di Non.
Il dirigente generale della Forestale provinciale, Romano Masè, ha assicurato un’azione di presidio del territorio dove è avvenuta l’aggressione, di informazione alle persone che vivono nella zona. Nel contempo sono stati inviati al laboratorio della Fondazione Mach, a San Michele all’Adige, gli abiti delle due persone ferite, che serviranno ad identificare l’animale attraverso l’esame del Dna. Al momento non si sa se si tratti di un maschio o di una femmina. Per avere i risultati, spiegano in Provincia, ci vorrà qualche giorno. In Trentino ci sono fra gli 82 ed i 93 esemplari di orso, ai quali si aggiungono i nuovi cuccioli. Questi numeri mettono in dubbio la possibilità di convivenza dell’orso con l’uomo, secondo Fugatti (Lega). La questione sarà sottoposta al ministro dell’Ambiente Sergio Costa (M5S), ha detto il presidente, “per avviare una discussione sulla prospettiva gestionale degli orsi che sta diventando sempre più insostenibile. Vogliamo dialogare con il Ministero, sapendo comunque – ha concluso il presidente – che noi abbiamo una legge, la 9 del 2018, che ci consente ampi margini di manovra sulla gestione dei grandi carnivori”.
Immediata la reazione degli animalisti e degli ambientalisti. In caso d’emissione dell’ordinanza di abbattimento dell’orso del Monte Peller, l’Oipa Italia presenterà il ricorso al Tar poiché l’abbattimento di un orso può avvenire, per legge, solo in caso di comprovata pericolosità nei confronti dell’uomo e quando si sia verificata l’inefficacia di misure alternative incruente.
“E’ incredibile come la Provincia autonoma di Trento ordini l’abbattimento o la cattura di orsi così frequentemente”, dichiara Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa. «Viene il sospetto che vi siano falle nella gestione e nel dare istruzioni alla popolazione su quale sia il corretto comportamento nel caso ci s’imbatta in un orso. La sentenza che il presidente Maurizio Fugatti intende pronunciare è crudele. Si sceglie sbrigativamente di uccidere un animale, probabilmente una madre con cuccioli, che inizialmente ha solo digrignato i denti per poi fuggire, come raccontano le cronache. Il bosco è la sua casa e anche in quest’occasione chi ha sbagliato è l’ospite umano che, cadendo nel panico, ha innescato una reazione a catena imprevedibile. Questo non sarebbe accaduto nel caso di un corretto comportamento, più volte spiegato dagli esperti e dai forestali. Se nel rapporto uomo-animale vince la ‘legge del più forte’, vuol dire che siamo ancora alla preistoria».
“Se Fugatti attuerà quanto dichiarato, predisporremo una diffida contro la Provincia di Trento, chiedendo l’immediata sospensione dell’ordinanza di abbattimento dell’orso”, scrive in una nota, l’associazione Animalisti Italiani Onlus interviene sul caso dell’orso che, in Trentino, ha aggredito padre e figlio sul monte Peller. “Il nostro pensiero non può non andare anche all’orso M-49 Papillon, letteralmente perseguitato dalla Provincia di Trento che dimostra ancora una volta di conoscere solo metodi repressivi e violenti. Già allora Fugatti non aveva ascoltato persino il Ministro dell’Ambiente Costa che si era apertamente schierato a favore della libertà dell’animale. La storia continua a ripetersi così come era stato in precedenza per gli orsi Daniza e Kj2″, si legge ancora nella nota degli Animalisti Italiani.
Dopo il caso dell’orso che ha aggredito padre e figlio in Trentino e l’annuncio di un’ordinanza per l’abbattimento da parte del presidente della Giunta provinciale, Maurizio Fugatti (Lega), Enpa chiede con una nota che la Provincia, “invece di fare proclami da processo alle streghe, faccia piuttosto chiarezza sui fatti accaduti, e sanzioni i comportamenti scorretti come avviene all’estero: quei comportamenti che sono alla base dei rapporti tra uomo e natura”. Enpa, si legge nella nota, ritiene che “la Provincia autonoma di Trento ha doveri precisi nei confronti dell’Italia e dell’Europa, grazie alla quale ha potuto beneficiare di finanziamenti per il progetto Life di reintroduzione degli orsi”.