Recovery fund. Orban a fianco dell’Italia, attacca Rutte, è responsabile del caos

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AgenPress –  “Alcuni guidati dall’olandese vorrebbero creare un nuovo meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto. Se l’intesa non si fa è a causa del leader olandese” Mark Rutte “non a causa mia. E’ lui che ha iniziato questa faccenda. L’olandese è il vero responsabile per tutto il caos di ieri” al vertice Ue. Così il premier ungherese Viktor Orban, in una conferenza stampa, a Bruxelles, ricordando anche il match Olanda-Italia sull’equilibrio tra sovvenzioni e prestiti del Recovery Fund.

“Sappiamo tutti che la situazione economica è drammatica. C’è grandissima preoccupazione per il futuro, e stiamo negoziando” sul Bilancio Ue 2021-2027 ed il Recovery Fund “sotto la pressione che l’intesa sia un ‘must'”, ha aggiunto.

“Quando abbiamo iniziato il vertice le questioni aperte erano diverse dozzine, ma ora ne sono rimaste solo quattro. E penso che ci siano buone possibilità di raggiungere un accordo”.

La questione non può essere risolta in cinque righe. La sua posizione è che dato che l’Ungheria non rispetta lo stato di diritto deve essere punita finanziariamente. Questo non è accettabile”,  evidenzia Orban, rivolgendosi a Rutte. “Il problema sono anche i Parlamenti olandese e ungherese, che hanno approvato risoluzioni diametralmente opposte”.

“Sono d’accordo con l’approccio del presidente Macron – aggiunge – lo stato di diritto è una questione esistenziale per l’Unione europea, e chi non è d’accordo deve lasciare”. “Ho chiesto che il Consiglio prenda una decisione sulla procedura già in corso sullo stato di diritto in Ungheria. Invece di creare un nuovo meccanismo  completino quanto hanno iniziato, prendano una decisione prima possibile”.

“L’Olanda vorrebbe creare un meccanismo per controllare la spesa dei Paesi del Sud” dal Recovery Fund. “Sostanzialmente è una disputa tra italiani e olandesi. Noi siamo dalla parte dell’Italia. Bisogna dare i soldi ai Paesi che ne hanno bisogno e permettere loro di spenderli appena possibile per stabilizzare le loro economie, invece di ingaggiare lunghe dispute burocratiche – ha concluso -. Se li aiutiamo al momento giusto li aiutiamo due volte”.

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