Lupara bianca. Trovati i cadaveri dei Russo: padre, figlio e guardaspalle uccisi nel 2009

AgenPress – I resti del boss Francesco Russo, di suo figlio Ciro e dell’autista Vincenzo Moscatelli sono stati trovati seppelliti in un appezzamento di terreno nei pressi della Circumvallazione di Mugnano (Napoli). Si tratta di tre vittime della “lupara bianca”, uccisi e poi fatti scomparire nel 2009 nell’ambito di uno scontro armato tra clan a nord di Napoli per il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti.

Il delitto pare fosse conseguenza di un patto tra il clan Lo Russo e gli scissionisti di Scampia, dopo la richiesta di Antonio Lo Russo, ex boss (oggi collaboratore di giustizia) dei Capitoni.

Russo, aveva raccontato Lo Russo, fu ucciso perché stava recuperando diverse decine di migliaia di euro da persone di Sant’Antimo in autonomia, senza confrontarsi coi vertici del clan. “Lo mandai a chiamare per metterlo in condizioni di parlarmene, ma non mi disse niente – aveva detto agli inquirenti l’ex boss – così andai da Cesare Pagano e gli chiesto di risolvermi questo problema”. Le dichiarazioni di Antonio Lo Russo avevano portato all’emissione di 7 misure cautelari a carico di mandanti, organizzatori ed esecutori. Secondo la ricostruzione i tre furono attirati in trappola il 15 marzo 2009, facendo credere loro di dover incontrarsi con gente del clan Ferrara di Villaricca, e furono uccisi in un appartamento; i loro corpi, denudati e spogliati di qualsiasi oggetto di valore, furono poi interrati.

Le ricerche sono state condotte sotto il coordinamento dei carabinieri. Si è arrivati al ritrovamento grazie alle indagini difensive condotte dall’avvocato Luigi Senese, legale del boss Carmine Amato, questi accusato di essere il mandante del triplice omicidio e condannato in primo grado all’ergastolo insieme ad altre quattro persone. Amato ha confessato, ma smentito la versione di un pentito che aveva indicato un altro luogo per il seppellimento dei corpi.

 

 

 

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