AgenPress. Dopo giorni di traccheggiamento apprendiamo stamattina da una intervista a Franco Locatelli, autorevole componente del CTS, che i migranti risultati positivi al covid sono fra il 3 e il 5% del totale dei verificati e che molti di loro non giungono ammalati ma si infettano nelle fatiscenti e affollate condizioni di “accoglienza” prima in Sicilia e poi nel resto d’Italia, imposte dai tagli populisti operati dall’ex ministro Salvini.
Cosa aspetta il governo attuale, se vuole dare segnali di discontinuità a ripristinare gli Sprar (piccoli centri gestiti dai Comuni) in cui è più facile garantire il rispetto delle misure anti covid?
Ma neanche dal Viminale giungono segnali se non il ripristino dei rimpatri forzati in Tunisia, ci saranno cambiamenti – forse – solo dopo le elezioni regionali.
Come Rifondazione Comunista chiediamo che l’ex ministro Salvini e il presidente della Regione Sicilia Musumeci, che tanto aizzano la pubblica opinione contro gli immigrati “untori” per far dimenticare le proprie inefficienze, siano denunciati per “procurato allarme” e per “attentato alla salute pubblica”
Basterebbe infatti destinare risorse per garantire migranti e autoctoni per diminuire l’espandersi del virus. L’esempio della Caserma Serena di Treviso, dove non si è affrontato il contagio e in due mesi si è giunti a far si che ospiti e operatori divenissero positivi dovrebbe richiedere un intervento immediato delle autorità
Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-S.E.
Stefano Galieni, responsabile immigrazione PRC-S.E.