AgenPress – La Mediterranea Saving Humans in una nota sottolinea che “con i provvedimenti adottati, da oggi viene di fatto bloccata l’attività di missione nel Mediterraneo della Mare Jonio, privando il confine acqueo più mortale del mondo di un’altra nave che, in quasi due anni, ha portato in salvo sbarcandole in porti sicuri europei 374 persone tra donne, uomini e bambini, il cui destino sarebbe stato invece la morte per affogamento o la deportazione in Libia”.
La Capitaneria di Porto ieri sera ha infatti comunicato il “diniego all’imbarco di due membri, paramedico soccorritore ed esperto di ricerca e soccorso in mare, del Rescue Team di Mediterranea Saving Humans”.
“Come avvenuto con il ‘fermo amministrativo’ delle altre navi e degli aerei della società civile europea, il messaggio del Governo è ‘vietato soccorrere vite umane che si trovano in pericolo in mare”, afferma la ong. La notizia arriva mentre il governo si appresta ad approvare le modifiche ai decreti sicurezza.
“È questo solo dell’ultimo atto di uno stillicidio di provvedimenti adottati da diverse Autorità da quando, nel maggio scorso, la Mare jonio ha ripreso la sua attività in mare dopo la forzata sospensione dovuta al lockdown” – spiega ancora l’ong -. Dalla partenza il 9 giugno scorso dal porto di Trapani la nave di Mediterranea è stata raggiunta da ben quattro diffide al Comandante e all’Armatore a “preordinare le attività del predetto rimorchiatore all’esecuzione di operazioni di salvataggio in modo stabile e organizzato.” Alla minaccia di conseguenze penali, contenuta nelle Diffide, ha fatto seguito l’apertura di due procedimenti giudiziari presso la Procura della Repubblica di Ragusa a carico dei nostri Comandanti e Armatori, accusati di ‘non aver ottemperato alle prescrizioni delle Autorità’ in occasione del salvataggio di 67 persone del 19 giugno scorso e dello sbarco delle 27 persone soccorse a bordo della nave mercantile Maersk Etienne il 12 settembre”.