Dl Sicurezza, Miceli (PD): “Modifiche necessarie, quei decreti hanno garantito tutt’altro che sicurezza”

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AgenPress. Carmelo Miceli, Responsabile Sicurezza della Segreteria Nazionale del Partito Democratico, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

“Credo che si debba essere confacenti e conseguenti agli accordi di governo, ribaditi dinnanzi al ministro dell’Interno Lamorgese al Viminale –ha affermato Miceli-. Alla prima seduta partecipò anche Vito Crimi, che in maniera molto onesta ammise le difficoltà del M5S su questo tema dato che erano stati approvati nel governo gialloverde.

Però piano piano siamo riusciti a smussare quegli angoli e siamo riusciti ad arrivare un testo e ora siamo al punto di dover approvare queste modifiche. L’escalation delle ondate di sbarchi di migranti ci dice che sicuramente i numeri sono molto più alti dei numeri dell’anno scorso, ma molto più bassi del periodo 2014-16.

Comunque il fatto che ne siano sbarcati 20mila quest’anno è comunque un problema, che giustifica la modifica del dl sicurezza. Ricordiamo che tutto questo si è determinato in costanza e in vigenza dei dl sicurezza, che hanno garantito tutt’altro che la sicurezza. C’è stata un’impostazione mediatica che ha prevalso sulla realtà, è passata l’idea che con questo governo sia tornata l’invasione.

Si sono determinate rispetto allo scorso anno più contingenze sfavorevoli: la crisi economica da pandemia, sappiamo che Paesi come la Tunisia e altri Paesi africani vivono una crisi molto forte e questo determina la fuga di molti cittadini. Quando scoppia questo problema vengono in evidenza dei limiti, come la decisione di Salvini che al primo giorno di mandato attaccò la Tunisia affermando che è un Paese che esporta galeotti. Talvolta basta una frase per creare fibrillazioni. Ong? Salvini ebbe la bravura di raccontare che il problema dell’invasione fosse determinato da un vuoto normativo, cosa assolutamente falsa. Le norme del diritto internazionale prevedono l’obbligo di salvare le vite in mare.

Quel tentativo di Salvini ha creato una sorta di porcata giuridica che ha visto l’apice nell’introduzione di sanzioni amministrative alle ong. Quelle sanzioni sono state una sorta di novella giuridica che andava a coprire una condotta che in realtà è lecita. Se la condotta è lecita non ci possono essere sanzioni amministrative, se invece è illecita ci devono essere sanzioni penali che noi abbiamo inasprito, abbiamo aumentato la pena per i trafficanti. Che senso ha criminalizzare la Ong a prescindere? Noi abbiamo introdotto l’obbligo che le ong debbano comunicare al proprio Stato di bandiera l’aver iniziato un’azione di recupero. Questo farà sì che il Paese di appartenenza dovrà essere obbligato a prendersi una quota del problema.

Il fatto che si possa vietare l’attracco ad una nave delle ong per ragioni di sicurezza è già previsto dalle norme internazionali, ma ci devono essere condizioni assolutamente straordinarie. L’Italia non è un porto sicuro in questo momento a causa della pandemia. Il fatto di avere tenuto le navi quarantena fuori dalle rade è un sistema che si può utilizzare al momento, ma senza farne uno spettacolo mediatico e uno strumento di violazione dei diritti umani e di umiliazione per chi ha già vissuto gravi sofferenze”.

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