Questa esigenza è la condizione irrinunciabile che l’Europa pone all’Italia per potere attingere e spendere bene i fondi del Recovery Plan e porre finalmente le premesse per la riunificazione sociale e infrastrutturale del Paese. È in gioco la coesione nazionale che è stata così lacerata negli anni da essere oggi in balia di pulsioni disgregatrici arrivate al punto massimo, potremmo dire di non ritorno
AgenPress. La verità fa male, dà molto fastidio. L’egoismo miope mette una benda davanti agli occhi e consente di continuare a ripetere gli errori di prima. Permette di non vedere che la disparità evidente di spesa pubblica sociale e infrastrutturale tra Nord e Sud del Paese determina la prima delle cause del declino strutturale italiano.
Questa è la realtà. Così come è sotto gli occhi di tutti che nemmeno la Pandemia globale e il nuovo ’29 mondiale sono riusciti a determinare in Italia un sentimento razionale di solidarietà.
Viceversa si sono attrezzate macchine da guerra a scartamento ridotto che sono arrivate a mettere in discussione la statistica nazionale pur di non prendere atto dell’operazione verità lanciata da questo giornale e dalla Svimez che mira esclusivamente a rendere patrimonio condiviso l’esigenza assoluta di sanare la più che decennale violazione dei diritti di cittadinanza della popolazione meridionale nella scuola, nella sanità e nella mobilità.
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