Lo Stato patrigno si permette di dare 84,4 euro pro capite a un cittadino emiliano-romagnolo e 15,9 euro a un cittadino calabrese di investimenti nella sanità come se nulla fosse, e poi che fa? Arriva a chiudere la regione, che lo Stato ha commissariato da dieci anni e che i tedeschi hanno indicato come zona meno infetta, perché non ha nulla o quasi per proteggersi sul piano sanitario.
Praticamente stracornuti e stramazziati. Otto mesi fa il commissario Arcuri la conosceva o no la situazione delle terapie intensive della Calabria? Che cosa hanno fatto lui e Speranza per acquistare posti letto e prepararsi alla seconda ondata?
AgenPress. Stracornuti e stramazziati. C’è un punto dell’Italia dove il Paese Arlecchino dei Capetti Regionali che danno ai ricchi e tolgono ai poveri e il rigore ottuso di ragionieri ministeriali graduati con le stellette e muniti di poteri commissariali, possono decretare la morte sanitaria, economica e civile di una intera nazione.
Benvenuti in questa terra di nessuno che non è solo la Calabria ma l’Italia dove non si capisce più chi comanda e tutti i poteri istituzionali non sono impegnati a fare ma piuttosto a fare molto perché nessuno di loro faccia qualcosa dentro un inverecondo scaricabarile di responsabilità.
Benvenuti nel pezzo estremo di questa terra di nessuno dove aziende sanitarie che non presentano bilanci e altre accusate di infiltrazioni della criminalità organizzata hanno portato giustamente al commissariamento della sanità regionale senza che questo abbia migliorato di fatto qualcosa.
Perché tra un piano di rientro e l’altro dello Stato patrigno e un taglio alla fonte di investimenti fissi in sanità che permette di dare 84,4 euro pro capite a un cittadino emiliano-romagnolo e 15,9 euro a un cittadino calabrese come se nulla fosse, l’unico risultato possibile è che si arrivi a chiudere la Regione che i tedeschi hanno indicato come zona meno infetta perché non ha nulla o quasi per proteggersi sul piano sanitario.
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