AgenPress. “Da ieri un cinghiale è stato rinchiuso dalla Polizia di Roma Capitala nell’area cani di Villa Carpegna. A un mese dall’uccisione della famigliola di ungulati all’Aurelio, l’Amministrazione Capitolina si trova nuovamente impreparata nella gestione della fauna selvatica”.
Lo afferma in una nota Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (Ape).
“Sono dovuti intervenire gli attivisti animalisti – spiega – per scongiurare l’ennesimo abbattimento. L’animale nel tardo pomeriggio è salito su un camion adibito al trasporto di cavalli e condotto in un rifugio in provincia di Viterbo.
Questo intervento evidenzia l’esistenza di metodi di cattura incruenti che permettono la ricollocazione. Ricordiamo che la soppressione casuale non favorisce la diminuzione della specie, anzi, ne incrementa il tasso riproduttivo, consolidandone i comportamenti sinantropici. Più che una commissione d’inchiesta sulla privazione della vita di una mamma cinghiale e dei suoi sei cuccioli, servirebbe un impegno concreto da parte del sindaco Raggi a stralciare il protocollo d’Intesa siglato a maggio 2019 presso la Regione Lazio.
Attualmente è ancora in vigore la Deliberazione n.190 che prevede l’eliminazione degli ungulati nel territorio di Roma Capitale”. “Sollecitiamo il primo cittadino ad attuare con urgenza un piano di gestione dei rifiuti che preveda lo smaltimento delle micro discariche che si formano intorno ai cassonetti, causa principe del loro avvicinamento nell’area urbana. Senza una sterilizzazione di massa dei capi che scorrazzano per le vie dell’Urbe sarà difficile arrivare a un contenimento non-violento”, ha concluso Sidoli.