AgenPress. “I soldi Ue servono a non farci fallire. Con un debito altissimo e una crescita bassissima sono l’unica risorsa che abbiamo per salvare l’Italia.
Nella situazione economica nella quale siamo occorre a nostro avviso il massimo pragmatismo. Dio ci scampi dall’ideologismo di chi riesuma la patrimoniale evocando lo slogan «anche i ricchi devono piangere» e anche di chi vuole condurre in questo momento la b attaglia contro l’Europa e contro l’euro e per questo contesta sia la riforma del Mes, sia l’utilizzazione del Mes per la sanità.
Già due economisti del livello di Brunetta e di Cottarelli hanno fornito una spiegazione dei termini essenziali della questione. Ha detto Cottarelli: «L’Italia non abbia paura della riforma del Mes, pub salvare le nostre banche se vanno in crisi», e Brunetta «serve alla Germania si dice.
È vero, serve alle banche tedesche. Ma anche a quelle francesi. E a quelle italiane. Serve al sistema europeo: è un’arma di deterrenza contro la speculazione per evitare effetti domino in casi di tensione sulle banche di sistema». Ma noi vogliamo andare oltre queste spiegazioni sofisticate e metterla in termini molto più elementari. Nella situazione di debito pubblico elevato e di bassa crescita in cui eravamo già prima della pandemia se oggi la Bce non comprasse i nostri Btp per miliardi e se la nostra collocazione nell’euro non ci coprisse rispetto alle società di rating noi oggi già saremmo al limite del default.
In più mentre è giusto contestare criticamente l’efficacia e la velocità con cui il governo sta erogando cifre però enormi in termini di risorse spesso a fondo perduto, comunque il livello a cui è arrivata la somma di tutti questi contributi è già elevatissimo, quasi vicino a quelli che ci dovrebbero arrivare dal Recovery Fund.
Poi i fondi del Recovery Fund dovrebbero essere utilizzati in investimenti produttivi, in infrastrutture, in digitalizzazione, in economia verde, in formazione e se dio vuole in sanità. Allora, conoscendo le cattive abitudini che caratterizzano tutto il mondo politico e anche la burocrazia se la condizionalità europea riguarda la qualità di questa spesa essa ben venga visto che nel passato il Pd al governo si è impegnato nel bonus degli 80 euro e nel chiedere sempre più flessibilità all’Europa in funzione di maggiore spesa pubblica corrente e non di investimenti e che a sua volta il governo giallo-verde (quello di Conte, Salvini, Di Maio) ha fatto due capolavori come il reddito di cittadinanza e come quella quota 100 che è servita anche a mandare in pensione anticipata medici e infermieri.
Allora casomai va contestato in anticipo l’eventuale ripristino del fiscal compact e quel patto di Dublino a suo tempo supinamente accettato sia da governi di centrodestra, sia da governi di centrosinistra. Ciò detto dobbiamo dirci che siamo in tali condizioni che o riusciamo a ottenere una bella quantità di soldi dall’Europa e cerchiamo di spenderli bene oppure se ci mettiamo troppo a fare gli spiritosi andiamo a sbattere e a romperci la testa. Le premesse ci sono tutte: altissimo debito, bassissima crescita, bassa produttività, pessima pubblica amministrazione, giustizia penale e giustizia civile che sono materia di repulsione per gli investitori esteri (ma su questo nodo né Gratteri, né Grieco, né Prestipino, né Ermini, né il Csm, né l’Anm spendono mai una parola). Piuttosto dovremmo aprire una discussione sulla strategia o sull’assenza di strategia riguardante l’utilizzazione del Recovery Fund quando arriverà.
Una discussione sulla quale c’è un provocatorio contributo di Vito Gamberale in un articolo sul Sole 24 ore dal significativo titolo: «Covid, tutti gli errori di un Paese che non sa pensare al suo futuro». Su questi rilievi al governo, e non solo al governo, un paese serio dovrebbe aprire un dibattito assai serrato perché riguarda proprio il nostro presente e il nostro futuro. Se invece, magari proprio sul Mes, ci sarà una crisi di governo e delle elezioni anticipate da fare in pendenza di coronavirus significa che abbiamo a che fare con un paese che ha perso la testa.
Forse qualcuno non se n’è accorto, ma da molti giorni stiamo oscillando da 500 morti (quando va bene) a quasi 1.000 (ma secondo qualche clinico molto esperto da tempo il virus era clinicamente morto), e con più di 20.000 nuovi contagiati al giorno, dati che sono al ribasso perché molti morti e contagiati sono sommersi nelle loro abitazioni. Tutto ciò dovrebbe spingere governo e opposizioni a un confronto ben diverso da quello che vediamo in questi giorni.”
Così Fabrizio Cicchitto, Presidente Riformismo e Libertà al quotidiano Il Tempo.