Recovery plan. Berlusconi, occasione irrepetibile, è il Piano Marshall del XXI secolo

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AgenPress – “Il Recovery Plan è davvero un’occasione irripetibile. Grazie all’Europa disporremo di 209 miliardi, dei quali 82 di sovvenzioni a fondo perduto, per la ricostruzione post Covid: siamo di fronte al Piano Marshall del XXI secolo”.

Lo scrive in una lettera di Silvio Berlusconi a ‘Il Sole 24 ore’ in cui fa presente che i fondi Ue dovrebbe esser dedicati alle riforme di fisco, giustizia e burocrazia.

A proposito delle risorse dice che “non è dato sapere come intenda utilizzarli il governo Conte, ammesso che il suo percorso continui, ma è lecito pensare che la strada scelta sia quella della spesa dispersiva e orientata al consenso. Noi ne proponiamo un’altra, opposta: quella di un grande progetto di rilancio del nostro Paese, con una particolare attenzione al Sud. Il nostro piano si fonda su tre grandi riforme strutturali e propedeutiche al resto: riforma della Pubblica Amministrazione, riforma del fisco, riforma della giustizia”.

“Senza uscire dall’oppressione fiscale, dall’oppressione burocratica, dall’oppressione giudiziaria – osserva l’ex premier – l’Italia non potrà mai proiettarsi davvero verso la modernità. La sfida del Recovery è quella di coniugare riforme oramai improcrastinabili come pre-condizione dalla quale far discendere i progetti da finanziare con le risorse a disposizione. Per essere in grado di non perdere un solo centesimo nel rigoroso rispetto del cronoprogramma imposto dall’Ue proponiamo una forte ‘governance attuativa’ – rileva – un meccanismo di vigilanza sui progetti con l’immediato subentro dell’autorità centrale in caso di ritardi”.

“Largo spazio trova nel nostro progetto l’impresa, per quella che definiamo la ‘nuova rivoluzione industriale’ del terzo millennio – fa presente – prevedendo grandi investimenti in ricerca e sviluppo, facilitando il rafforzamento patrimoniale e l’accesso al credito, rilanciando la siderurgia, sostenendo l’automotive e la mobilità green, puntando sulle opportunità che derivano dalla cosiddetta ‘economia dello Spazio'”, la “sostenibilità ambientale, non in contrasto con un modello di sviluppo armonico, che comprenda innanzitutto un coraggioso e ambizioso piano infrastrutture (con la centralità del Ponte sullo Stretto di Messina), un piano edilizia e periferie, oltre a un piano casa, ma anche una scelta senza esitazioni per l’economia circolare”.

“Le nostre proposte sono sul tavolo  ora attendiamo che gli altri, a partire dal governo e dalle forze di maggioranza, facciano la loro parte. L’importante è che lo facciano in fretta, mettendo da parte le tattiche di sopravvivenza politica. L’Italia e l’Europa non possono aspettare”.

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