AgenPress. L’economista Giuliano Cazzola è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Su Draghi. “Già solo la convocazione di Draghi al Quirinale ha fatto volare la borsa e diminuire lo spread, ha cominciato a migliorare la situazione solo con la sua presenza –ha affermato Cazzola-. Io credo che le sue idee le abbia espresse nelle poche dichiarazioni fatte dopo l’incontro con Mattarella. Sicuramente c’è da completare il piano di vaccinazione e poi tutto l’iter del Recovery Plan, che va corretto e portato a compimento entro le scadenze. E poi ci saranno delle altre iniziative, perché governare significa anche affrontare i problemi che sorgono giorno per giorno”.
Sul possibile stop ai contributi a fondo perduto alle imprese. “Noi dobbiamo uscire da questa logica dei ristori e mi auguro che si riveda la politica delle chiusure. Io ho sempre trovato stupido chiudere negozi, ristoranti, che chiederebbero solo di lavorare, dandogli dei ristori. Dobbiamo smettere di considerare l’epidemia una variabile indipendente. Non si può non considerare la ricaduta economica. La lettera del 5 agosto del 2011 contiene indicazioni che sono ancora attuali. Lì si parlava di riformare gli ammortizzatori sociali, di stare attenti alla questione delle pensioni. Sulle pensioni Draghi dovrà decidere cosa fare dopo la scadenza di Quota 100. Anche sulla questione dei licenziamenti, non è che possiamo trasformare la cig nella Naspi. Credo sia molto meglio rafforzare le politiche attive e cercare di portare questi lavoratori verso quei settori che non sono in crisi”.
Sulla svolta europeista di Salvini. “Il problema è il suo, chi tocca Draghi e come se toccasse la Merkel. Dal 2019, dopo il Papeete, abbiamo tenuto insieme una maggioranza con le pezzette perché non si poteva dare il potere ad una destra sovranista, è chiaro che se questa destra cambia e diventa una destra europea, diventa anche legittimata a governare nell’ambito delle alleanze storiche della politica italiana”.
Sulla morte di Franco Marini. “Quando Marini era ministro fece una riforma che aumentava l’età pensionabile, io da segretario della Cgil la difesi. Craxi invece disse che non andava bene. Marini per questa cosa mi è sempre stato grato”.