AgenPress. Antonio Di Pietro è stato ospite del programma “L’imprenditore e gli altri” condotto dal fondatore dell’Università Niccolò Cusano Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv (canale 264 dtt).
Sul governo Draghi. “Sono sempre stato dell’idea che, quando non c’è una maggioranza, si debba votare –ha affermato Di Pietro-. Poi però ho sentito il presidente Mattarella e mi sono detto: ok, aspetteremo per andare a votare, forse è giusto che la salute venga messa al primo posto e che ci sia un governo in cui ognuno metta da parte le proprie bandiere. Mi auguro che questo governo rinunci alle proprie bandiere di partito e faccia gli interessi di questi due temi: salute ed economia, il resto sono chiacchiere.
Finora sia a livello nazionale che territoriale c’è stata un po’ di improvvisazione nella programmazione, mi auguro che con questo nuovo governo ci sia un messaggio di operatività e non solo di chiacchiere. Per il resto, non mi sento di criticare il passato perché il giorno dopo siamo tutti bravi.
Quello attuale non è un governo scelto dal popolo, è un governo composto da gente che molto spesso anche sul piano personale si è presa a pedate, a me non piace mettere cani e gatti nella stessa gabbia, ma voglio provare a credere che ci sia uno spirito di resistenza come hanno fatto i nostri padri costituenti, anche se era tutto un altro livello”.
Sulla riforma della Giustizia. “Questa è una delle cose che il governo non può fare da solo perché tutti i draghi del mondo non bastano a fare la maggioranza in Parlamento e in Parlamento ci sono due schieramenti che la pensano esattamente all’opposto. Sulla prescrizione, io credo che in uno stato di diritto ci debba essere certezza dell’azione giudiziaria, il processo non può durare all’infinito. Credo anche però che non debba esserci una soluzione di rito, ma di merito. Una volta che c’è stato il giudizio, io voglio sapere se l’imputato è colpevole o innocente e lo voglio sapere nel merito. Nel momento in cui funziona lo strumento giudiziario e i processi si fanno in tempi netti e stabiliti è giusto che la prescrizione non ci sia, loro però l’hanno tolta senza aver risolto prima i problemi della giustizia. Quindi il risultato è che così come sta messa adesso la giustizia assolve i delinquenti e condanna gli innocenti, perché il processo si fa già quando inizia un’indagine preliminare, oggi purtroppo ci sono i pregiudizi e quelli te li porti appresso non solo prima del processo, ma anche nelle sentenze perché le Corti d’Assise sono fatte da persone scelte nel mucchio e se vedono la tv la sera prima, il giorno dopo non so come decidono. La riforma del processo penale si fa soltanto moltiplicando il numero degli addetti alla giustizia e le strutture”.
Un aneddoto sul governo Prodi di cui fu ministro delle infrastrutture. “Quando ci riunimmo dopo aver vinto le elezioni, me ne andai convinto che avrei fatto il ministro della giustizia. La mattina dopo apro il giornale e scopro di essere diventato ministro delle infrastrutture, mentre ministro della giustizia è diventato Clemente Mastella. E’ stata una scelta di campo”.