AgenPress. Il Prof. Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla variante Delta. “Mi pare che l’Italia non possa fare a meno del covid, soprattutto la stampa –ha affermato Bassetti-. La sensazione è che non si voglia mollare un osso che è molto florido. Gli altri Paesi guardano avanti, se guardiamo i giornali degli altri Paesi le notizie sul covid non sono più in prima pagina. Anziché far vedere la variante Delta come la miglior promozione dei vaccini, siamo riusciti a farla diventare la miglior promozione per ritornare al passato. In questo c’è una grande responsabilità dei mezzi di comunicazione. Due dosi proteggono perfettamente da questa variante. In Inghilterra vediamo un aumento dei contagi tra i giovani, ma non un aumento di ospedalizzazioni e decessi, questo perché i vaccini funzionano”.
Sull’arrivo dei tifosi inglesi a Roma per gli europei. “Sappiamo che la variante Delta ad agosto sarà predominante anche in Italia. Oggi abbiamo un protocollo molto chiaro per chi viene e va dall’Inghilterra. Non vedo perché dovremmo preoccuparci. O decidiamo che gli inglesi non debbano più venire in Italia con quello che ne consegue dal punto di vista economico, oppure una partita di calcio è una partita di calcio. L’Europeo itinerante è stato un bel segnale di ritorno ad una normalità, seppur controllata. E’ una delle poche cose giuste fatte dalle istituzioni europee in questi mesi”.
Secondo l’immunologo Mantovani servirebbe un programma nazionale di sequenziamento. “Ha perfettamente ragione Mantovani. Se vogliamo parlare di varianti, avremmo dovuto istituire da tempo un sistema di sequenziamento nazionale, con una determinazione a livello locale di quanto siano diffuse le varianti. E’ una delle tante lezioni che non abbiamo imparato. Nel Recovery ho visto sempre il solito sistema clientelare: costruiamo quell’ospedale in quella zona per dare il contentino a questo o quell’altro… Ma questa è l’Italia. Bisognerebbe trasformare l’organizzazione del nostro Paese, il Ministero della Salute dovrebbe diventare più un organo di organizzazione e poi le Regioni andare di pari passo col Ministero, mi pare che invece siano completamente slegate le due strutture e questo non aiuta nella gestione della materia sanitaria”.