AgenPress. L’economista Vincenzo Visco, ex ministro delle finanze, presidente di Nens (Nuova economia nuova società), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sul discorso di Bonomi all’assemblea di Confindustria. “Confindustria e sindacati sono due organizzazioni intermedie che fanno lobby sul governo –ha affermato Visco-. Bonomi dice: mettiamoci d’accordo su alcune questioni così siamo più forti. Finora le posizioni di Bonomi sono state di forte antagonismo al sindacato, dal reddito di cittadinanza al blocco dei licenziamenti agli aumenti salariali, mi sembra che le possibilità di convergenza non siano tante. Politicamente vuole dire: appoggiamo il governo Draghi e dato che noi siamo un po’ meglio dei partiti facciamo noi al posto loro”.
Su Draghi. “Il Paese inneggia a Mario Draghi perché finalmente c’è un po’ di buonsenso, non ci sono insulti, fake news su cui si basa la politica, strumentalizzazioni gratuite, con Draghi si è tranquillizzato un po’ tutto. La gente apprezza Draghi e se lo terrebbe stretto perché non si fida dei partiti e dei politici attuali e tutto sommato non ha neanche torto”.
Sul reddito di cittadinanza. “Rispetto al welfare europeo all’Italia mancava una protezione per i poveri e questo ce la dà il reddito di cittadinanza che comunque va aggiustato, anche perché oggi i soldi non sempre vanno a quelli a cui dovrebbero andare. Questa misura però non piace a molti, a cominciare da Confindustria. Se uno fa queste cose qualcuno poi le deve pagare… altro che non aumentare le tasse”.
Sulla riforma fiscale. “Vedo che Draghi tiene botta su tutto quindi può darsi che riesca a far ingoiare a Salvini pure un po’ di riforma fiscale. Escludo che possa fare una riforma organica come quella che feci io 20 anni fa. Se già riuscisse a risolvere il problema della privacy per fare la lotta all’evasione, mettere qualche misura vera di contrasto all’evasione, sarebbe già qualcosa. Le misure contro l’evasione non si adottano per motivi politici, perché gli evasori sono tanti e votano. Dato che Draghi è sopra la politica, è elevato come direbbe Grillo, potrebbe pure farlo”.
Sulla riforma del catasto. “Il catasto italiano data a 1936, poi sono stati fatti aggiustamenti in base al tasso d’inflazione, però le rendite sono quelle e intanto sono cambiate le città. Se si facesse la riforma, a parità di gettito, quello che verrebbe fuori è che in una città come Roma pagherebbero di più le case del centro e dei quartieri limitrofi al centro e tutte le periferie pagherebbero di meno. E’ un problema distributivo”.
Sulle pressioni al governo in ambito fiscale. “Le pressioni più grandi si fanno in Parlamento. Quando c’è un disegno di legge fiscale non c’è neppure un parlamentare che sia in grado di scriversi da solo gli emendamenti, glieli scrivono altri e questi altri sono associazioni di categoria, industriali, molto meno i sindacati a cui interessa solo l’irpef sui lavoratori dipendenti”.