AgenPress – “Un dramma disumano, come conseguenza di una pratica altrettanto disumana! L’utero in affitto deve subito diventare reato universale, non ci sono più scuse né alibi!”.
Lo dice Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sulla vicenda della bambina nata in Ucraina con l’utero in affitto e abbandonata dalla coppia “committente”.
“Più che committente bisogna usare la parola mandante, perché l’utero in affitto è qualcosa di aberrante e disumano, un reato in Italia ma che dovrebbe esserlo anche se commesso all’estero da cittadini italiani. Solo così, infatti, si possono evitare eventi drammatici come questo”.
“Per questi ricchi signori – aggiunge Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus – l’utero in affitto al momento è una vera e propria compravendita commerciale e questo caso dimostra che se il prodotto/bambino non è di gradimento si pretende il diritto di recesso. Rimanere in silenzio – conclude la nota – significa giocare sulla pelle dei bambini e sulla loro esistenza”.