AgenPress – “Oggi registriamo una disponibilità al confronto: non abbiamo certezza dei risultati, ma la disponibilità è una cosa non scontata”.
Lo ha affermato il segretario generale della Cgil, Mauriizo Landini, al termine dell’incontro con il governo a palazzo Chigi.
Il governo è “disponibile” ad aprire un confronto con i sindacati sulle pensioni, ma nella manovra non ci sono le risorse per affrontare una riforma strutturale.
Il premier Draghi e l’esecutivo, spiegano le fonti, hanno ascoltato il punto di vista delle organizzazioni sindacali sulla parte fiscale della manovra. Per quanto riguarda le pensioni, il governo è disponibile ad aprire una discussione sulle pensioni con incontri che verranno fissati “a breve, già a partire da dicembre”. Però, fanno notare le fonti, nella manovra “non vi sono le risorse per affrontare una riforma strutturale delle pensioni”.
“Dobbiamo vedere quali saranno le risposte – ha precisato – oggi abbiamo determinato un percorso. Quello di oggi è stato un incontro utile – ha affermato Landini – consideriamo importante il percorso che si è aperto. La valutazione degli esiti e dei risultati la vedremo nei prossimi giorni e per quello che ci riguarda l’insieme delle mobilitazioni proseguono per rendere più evidente che la legge di bilancio e le riforme devono andare nella direzione di rimettere al centro il lavoro, i diritti, in particolare di giovani e donne. Dovremmo fissare già la prossima settimana incontri di approfondimento – ha aggiunto Landini – è possibile avviare dai primi di dicembre un confronto”. Landini ha precisato che le mobilitazioni nelle varie regioni, la prima il 20 novembre poi il 27 e ai primi di dicembre proseguono” allo scopo di rendere sempre più evidente che bisogna mettere al centro il lavoro e i diritti.
Il Governo si è impegnato ad aprire un tavolo di confronto per la revisione della legge Fornero sulle pensioni, ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra. “Draghi – ha affermato Sbarra – porterà questa proposta nel prossimo consiglio dei ministri per informare il Governo nella sua collegialità”.
“Continuerà la nostra pressione sociale sulle commissioni parlamentari nel tentativo di migliorare e cambiare la manovra rispetto alle priorità che abbiamo indicato: ammortizzatori, scuola, pensioni. Continueremo a fare un’attività forte di confronto. È un giudizio positivo perché partono due tavoli importanti, ovviamente ci aspettiamo di registrare i contenuti al tavolo del negoziato”.
Sulle pensioni “è stato preso l’impegno nei primi giorni di dicembre di aprire un confronto articolato per una riforma strutturale della Legge Fornero. Si avvierà nel frattempo un confronto con i ministri Orlando e Franco per capire se e dove ci sono spazi e risorse per intervenire intanto in Manovra rispetto alle nostre richieste e rivendicazioni circa gli interventi immediati, come gli esodati, le pensioni per i giovani, l’Ape sociale e Opzione Donna”, detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Intanto il nuovo pacchetto previdenza sancisce la fine di quota 100 vede l’arrivo di quota 102 per un solo anno. Si tratta della possibilità di pensione anticipata con 64 anni di età e 38 di contributi, e la proroga dell’Ape sociale allargata e di Opzione donna con gli stessi requisiti, un insieme di misure che consentiranno a 55 mila persone di uscire prima dal lavoro nel 2022. Ma si tratta comunque di una soluzione-tampone che non ha messo a tacere i malumori nella maggioranza e che non piace ai sindacati, pronti alla mobilitazione.
Il piano del Governo è stato battezzato Opzione Tutti e prevedrà l’uscita del lavoro a un’età minima di 62-63 anni. Opzione Donna è stata prorogata fino al 31/12/22 ma con un taglio medio del contribuito previdenziale del 6% per le dipendenti e del 13% per le lavoratrici autonome.
Cgil, Cisl e Uil non sono però d’accordo con il progetto del Governo e chiedono l’uscita dal lavoro con 40 anni di contributi a prescindere dall’età. La soluzione però, rileva l’esecutivo, sarebbe insostenibile per le casse dello Stato. L’Inps invece propone una soluzione intermedia con la liquidazione della sola quota contributiva dell’assegno fino al raggiungimento dell’età per ottenere la pensione piena.