Australia. Condannati a morte migliaia di cavalli salvaggi, i “Brumbies”, saranno uccisi da tiratori e mandati al macello

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AgenPress – Conosciuti localmente come brumbie, i cavalli  tecnicamente selvaggi, anche se colloquialmente chiamati selvaggi – sono i discendenti di quelli presumibilmente abbandonati dal colono inglese James Brumby quando lasciò l’Australia per la Tasmania nel 1804.

Man mano che le mandrie selvagge crescevano, anche la loro reputazione dura e resistente, catturando l’immaginazione del poeta australiano Andrew Barton ‘Banjo’ Paterson. L’iconica poesia di Paterson del 1890 “The Man From Snowy River” trasformò i cavalieri intrepidi e impavidi della regione in leggende, generando tre film, una serie televisiva e persino uno spettacolo dal vivo in un’arena. Ha posto le basi per la vasta mitologia odierna intorno ai brumbies, che può rasentare il mistico.

Scienziati, ambientalisti e persino esperti di benessere degli animali avevano chiesto un sostanziale abbattimento di brumbie per fermare la devastazione che questi grandi animali stanno causando nel Parco Nazionale di Kosciuszko.

Tale decisione è stata molto controversa. I sostenitori di Brumby affermano che i cavalli sono una parte significativa della storia dell’Australia e una razza unica famosa per la loro robustezza. 

Ma oggi oltre 10 mila di loro saranno rimossi dal parco nazionale che comprende il sistema alpino delle Snowy Mountains e il picco più alto d’Australia (2228 metri) Mount Kosciuszko, in un nuovo piano di gestione introdotto dal governo del New South Wales, che dovrebbe ridurre il loro numero da più di 14 mila a 3000 entro il 2027.

Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente Matt Kean, precisando che il piano ridurrà l’estensione di terreno occupato dai ‘brumbies’ al 32% e che gli animali saranno rimossi da circa il 21% della regione. Gli animali saranno uccisi da tiratori e mandati al macello, o ricollocati dopo essere stati catturati con delle trappole.

Il piano esclude l’abbattimento effettuato sparando da un aereo, pur notando che il metodo “se eseguito con la migliore pratica può avere minori impatti negativi sul benessere degli animali, rispetto a tutti i metodi di controllo letale”.

“Oggi avviamo un piano che finalmente assicurerà protezione alle numerose specie native minacciate e agli importanti ecosistemi alpini e subalpini del Kosciuszko National Park. Il piano è stato formulato dopo consultazioni con esperti, proprietari tradizionali indigeni e circa 4000 incontri pubblici con i residenti”.

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