AgenPress – Il premier Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron hanno firmato il Trattato del Quirinale alla presenza di Sergio Mattarella. La cerimonia si svolta presso il Colle. Il documento di cooperazione bilaterale rafforzata è un trattato intergovernativo tra Italia e Francia che prevede consultazioni strutturate su temi decisivi come affari esteri, sicurezza e difesa, giustizia, immigrazione, cooperazione economica, università e ricerca.
Il Trattato è composto da un preambolo e 12 articoli e fissa anche un’agenda comune sui temi europei e per le cooperazione bilaterali in diversi settori, proponendosi di forgiare un “riflesso italo-francese”. In parallelo è stata preparata una “tabella di marcia” che declina, in ognuno dei settori, le azioni da condurre in modo preciso, operativo e adattabile nel tempo, per creare un programma di lavoro per i prossimi anni.
“La nostra sovranità – ha spiegato Draghi dopo la firma del Trattato -, intesa come capacità di indirizzare il futuro come vogliamo noi, può rafforzarsi solo attraverso una gestione condivisa delle sfide comuni. Vogliamo favorire e accelerare il processo di integrazione europea”.
Draghi ha inoltre spiegato che, tra l’altro, “almeno una volta ogni trimestre un ministro italiano parteciperà a un consiglio dei ministri del governo francese e viceversa”.
“Almeno una volta ogni trimestre un ministro italiano parteciperà a un consiglio dei ministri del governo francese e viceversa”. Lo dice il premier Mario Draghi nella conferenza stampa con il presidente francese Emmanuel Macron dopo la firma del trattato del Quirinale.
Dodici articoli, 13 pagine, per un trattato che “ha durata indeterminata, fatta salva la facoltà di ciascuna Parte di denunciarlo con un preavviso di almeno dodici mesi per via diplomatica”, come si legge nelle ultime righe.
“In questo caso, il Trattato cessa di essere in vigore al compimento di sei mesi dopo la data di ricezione della denuncia”. I temi: affari esteri; sicurezza e difesa; affari europei; politiche migratorie, giustizia e affari interni; cooperazione economica, industriale e digitale; sviluppo sociale, sostenibile e inclusivo; spazio; istruzione e formazione, ricerca e innovazione; cultura, giovani e società civile; cooperazione transfrontaliera.
“Il Trattato nasce dalla consapevolezza della profondità dei nostri legami”, ha spiegato Draghi. “Rafforziamo la cooperazione tra i nostri due Stati, creiamo strumenti istituzionali per renderla più strutturale, valorizziamo al meglio le attività dei nostri cittadini e delle nostre imprese”.
L’intervento tocca “settori cruciali per i nostri Paesi: dalla sicurezza alla giustizia, dalla ricerca all’industria”, ha continuato. “Avviamo una serie di iniziative concrete, tra le quali voglio citarne solo alcune. Istituiamo un servizio civile italo-francese e creiamo un’unità operativa condivisa a sostegno delle forze dell’ordine. Per promuovere le relazioni tra regioni di confine, prevediamo un Comitato di cooperazione transfrontaliera. In ambito migratorio, riconosciamo la necessità di una politica di gestione dei flussi e d’asilo condivisa a livello europeo, basata sui principi di responsabilità e solidarietà. Ci impegniamo a tutelare i nostri sistemi agricoli e riconoscere le loro unicità. Diamo il via a nuove forme di cooperazione in ambito energetico e tecnologico, nella ricerca e nell’innovazione. Stabiliamo un meccanismo per cui, almeno una volta ogni trimestre, un ministro italiano parteciperà a un consiglio dei ministri del governo francese, e viceversa”.