AgenPress – Un tribunale indiano ha condannato a morte oggi 38 persone per una serie di attentati avvenuti nel 2008 a Ahmedabad (ovest), nello Stato del Gujarat, costati la vita a 56 persone.
E’ il dispositivo delle sentenze rese note da Amit Patel, il procuratore delle Repubblica dello stato del Gujarat. Le sentenze erano state comminate lo scorso 7 febbraio dal Tribunale Speciale del Gujarat, al termine del processo decennale per gli attacchi terroristici del 2008 ad Ahmedabad.
I condannati in totale sono stati 49, e per undici di loro la sentenza è di ergastolo; altri 28 imputati del maxi processo sono stati assolti. Le udienze si erano concluse lo scorso settembre.
Il caso è considerato uno dei processi penali più lunghi degli ultimi anni. Il processo, iniziato nel dicembre 2009, è stato condotto contro 78 persone. Ma il numero degli accusati in seguito è sceso a 77 dopo che uno di loro ha trasformato un approvatore nel corso del processo.
Almeno 56 persone sono state uccise e oltre 200 ferite in 21 esplosioni di bombe che hanno scosso la città di Ahmedabad in un arco di 70 minuti il 26 luglio 2008. La polizia aveva affermato che le persone erano associate all’organizzazione terroristica Indian Mujahideen (IM), una fazione di radicali del bandito Students Islamic Movement of India (SIMI), sono stati coinvolti nelle esplosioni.
21 ordigni vennero fatti scoppiare in zone molto affollate, mercati, autobus, stazioni.
Il gruppo terroristico Indian Mujahideen (IM), una fazione dello Students Islamic Movement of India (SIMI), già dichiarato fuorilegge, rivendicò il gesto, affermando di avere agito per vendicare i disordini religiosi del 2002 a Godhra, altra città del Gujarat. Nelle violenze di Godhra, scoppiate per vendicare l’incendio di un treno in cui avevano perso la vita 59 indù vennero inseguiti, violentati, bruciati e massacrati almeno mille musulmani.
Il processo contro i 77 terroristi accusati si è svolto a porte chiuse, in un’aula allestita nel carcere di Sabarmati, con oltre mille testimoni; per la pandemia, le udienze più recenti sono state condotte online. Nel 2013 gli agenti carcerari sventarono la fuga di una dozzina di accusati, che avevano scavato un tunnel di 5 metri sotto il carcere usando utensili da cucina e posate.