La riforma costituzionale sull’ambiente è legge. Cosa cambia ora per le travagliate vicende delle acciaierie e in merito alle polemiche sull’eolico
AgenPress. Dopo anni di proposte, discussioni parlamentari e dibattiti tra giuristi, con la riforma degli articoli 9 e 41 della costituzione, la tutela dell’ambiente è entrata ufficialmente nella Costituzione italiana.
Un evento storico perché è la prima volta che viene modificata la parte della Costituzione riguardante i principi fondamentali della Repubblica.
Con la legge costituzionale approvata l’8 febbraio 2022 la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi ha acquisito un valore primario costituzionalmente protetto, anche nell’interesse delle future generazioni e, con una riserva di legge, la tutela viene estesa anche agli animali.
La riforma costituzionale interviene anche in materia di iniziative economiche prevedendo che tali attività possano svolgersi senza recare danno alla salute e all’ambiente.
Ma cosa cambia ora? Cosa ci aspetta dal bilanciamento tra il diritto costituzionale alla salute e all’ambiente salubre da un lato e alle libertà economiche dall’altro?
Penso alle travagliate vicende delle acciaierie Ilva di Taranto e di Piombino ma penso anche alle polemiche su pale eoliche, i pannelli fotovoltaici, dighe del micro-elettrico, impianti a biomasse, impianti di trattamento rifiuti.
Quali effetti si avranno ora sul territorio per prevenire ed intervenire in emergenza?
Cosa possiamo fare, per ridurre nell’immediato le criticità, al di là delle misure assistenziali e strutturali annunciate dal governo?
È possibile ripensare il settore della progettazione di infrastrutture e del patrimonio edilizio perseguendo efficienza energetica?
Quale nuovo impulso dà la riforma costituzionale agli obiettivi dell’agenda 2030?
Sul tema, il prefetto Francesco Tagliente ha condiviso con il direttore di Italia 7 Fabrizio Manfredini, di organizzare una puntata del programma di approfondimento Monitor, condotto da Gaetano D’Arienzo in diretta dalle ore 21.30 alle 23.00 di questa sera martedì 22 febbraio.
Per trattare temi così complessi oltre al Prefetto Tagliente nella veste di delegato alle relazioni istituzionali dell’Ancri interverranno:
il Presidente dell’ANCRI Tommaso Bove; l’Ing. Paolo Ghezzi, delegato ANCRI all’ambiente e responsabile scientifico del Master GECA in economia circolare della Scuola Superiore S.Anna di Pisa; Daniel Calleja già Direttore Generale dell’Ambiente, della Commissione Europea; la Prof.ssa Maria Chiara Carrozza, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche – CNR; il Prefetto Stefano Laporta, Presidente Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – Ispra; il Dott. Fabrizio Curcio Capo Dipartimento della Protezione Civile; il dott Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale e autore di importanti studi e sentenze sulla tutela dell’ambiente; il Prof. Gianfranco Amendola docente di diritto penale dell’ambiente alla Sapienza di Roma già Procuratore della Repubblica; il dott. Marco Filippeschi Coordinatore del Comitato Scientifico Associazione Rete dei Comuni Sostenibili; il dott. Luca Lopomo Sindaco di Crispiano (TA) che ha aperto il percorso sperimentale di costruzione dell’Agenda Locale 2030; Paolo Crisafi, Presidente di Remind Filiera Immobiliare, esperto di immobiliare, che promuove insieme al Settore Ecologia e Creato del Vaticano i “ 10 Comandamenti Verdi”.
La puntata speciale di Monitor su questo tema rientra nel progetto, che da un paio di anni il prefetto Tagliente sta portando avanti per la promozione della cultura della sicurezza condivisa, declinata alle emergenze del momento.