AgenPress – “Ho voluto battere un colpo per riaffermare un principio: la responsabilità degli Stati di bandiera di una nave”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un colloquio con la Stampa all’indomani della direttiva sulla condotta della Ocean Viking, battente bandiera tedesca, e della Humanity 1, bandiera norvegese, ritenuta non “in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”.
Questo perché “le operazioni di soccorso sono state svolte in modo sistematico in area Sar di Libia e Malta, informate solo a operazioni avvenute”.
Il governo, tramite la Farnesina, ha coinvolto le ambasciate di Germania e Norvegia. Gli sbarchi “non dipendono solo dalle Ong. Però è anche vero, pur se negano, che queste navi umanitarie sono un fattore di attrazione per i migranti, il cosiddetto ‘pull factor”. Sempre nell’ambito del contrasto all’immigrazione illegale, in settimana “faremo un Comitato per la sicurezza con le agenzie di intelligence. Voglio capire la reale situazione in Libia e che cosa si può fare”.
Non si può accettare “il principio che uno Stato non controlli i flussi di chi entra. Io credo molto nei corridoi umanitari di Sant’ Egidio. Frenare le partenze significa anche limitare le morti in mare, che mi ripugnano e che vedo ormai quasi non fanno più notizia”. Da prefetto di Roma, “ho visto a Roma gente che era sbarcata 2-3-4 anni fa, ha fatto richiesta di asilo, e adesso sta gettata in strada senza speranza. Chi parla di integrazione, di ruolo dei Comuni e dello Stato, non sa di che parla. Come? Chi? Con quali soldi?”.