Il Consiglio Nazionale dei Geologi organizza un seminario di studio per capire cosa è stato fatto e cosa c’è da fare per la prevenzione e la mitigazione dei rischi
Un pensiero per le vittime del Polesine. È questo il ricordo che il Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), esprime nella ricorrenza della data che 71 anni fa, il 14 novembre 1951, sconvolse la provincia di Rovigo quando il Po ruppe gli argini causando una delle peggiori tragedie del Dopoguerra.
“L’alluvione del Polesine è diventata nell’immaginario collettivo forse la prima catastrofe naturale vissuta dall’Italia post bellica, che ha visto sommergere due terzi del territorio nella zona di Rovigo” segnala Paolo Spagna, consigliere dell’organismo nazionale di rappresentanza istituzionale della categoria professionale.
“La memoria di quell’esondazione deve far rivolgere sempre più l’attenzione ad una maggiore consapevolezza dei rischi naturali, oltre ad una continua ricerca volta a mitigare gli effetti di questi fenomeni con sistemi che proteggano e tutelino la sicurezza delle nostre comunità, anche nei contesti più critici”.
Proprio su questi temi e per ricordare un altro gravissimo lutto che ha colpito l’Italia venti anni fa il CNG ha organizzato per domani, 15 novembre, un seminario di studi dal titolo “San Giuliano di Puglia 20 anni dopo” che si svolgerà ad Isernia (Auditorium Unità d’Italia) per commemorare la tragedia avvenuta a San Giuliano di Puglia quando – il 31 ottobre 2002 – il crollo di una scuola a seguito di un terremoto uccise 27 bambini e la loro insegnante.
L’evento, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi della Regione Molise ed all’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, vedrà coinvolti i massimi esperti del settore e sarà aperto al pubblico. Sarà trasmesso in diretta streaming su GeologiTV all’indirizzo web https://www.geologitv.net e vedrà il riconoscimento per i partecipanti geologi di 7 crediti formativi.