AgenPress. Le crescenti preoccupazioni di sicurezza nazionale, in particolar modo il timore che i dati degli utenti americani possano essere condivisi con il governo cinese, ha convinto il Senato degli Stati Uniti ad approvare all’unanimità un disegno di legge che prevede di proibire ai dipendenti federali di scaricare o usare l’APP TikTok su apparecchiature governative.
Il provvedimento per essere attuato deve ora passare dall’ok del Congresso ed essere firmato dal Presidente Biden. L’iniziativa si inserisce in una “guerra” più ampia al social, che porterà in discussione anche una legge bipartisan – annunciata nei giorni scorsi dal senatore repubblicano Marco Rubio – che bannerebbe completamente l’uso dell’App cinese negli USA.
In questo momento TikTok è, in effetti, il social più amato dai giovani e non solo, tanto da essere considerato un fenomeno culturale. In Italia viene utilizzato da molti politici, dai rappresentati delle istituzioni pubbliche e da imprenditori, oltre che, ovviamente, dagli influencer.
Il suo fondatore, l’imprenditore cinese Zhang Yiming, ha più volte spiegato che l’unico obiettivo del social è solo quello di “dar vita a una comunità in cui tutti possono essere creatori”, mentre gli amministratori della piattaforma hanno dichiarato di non aver mai condiviso i dati degli utenti USA con il governo cinese e che non è loro farlo neanche in futuro.
È vero però che – a seguito delle dichiarazioni del direttore dell’FBI Chris Wray in merito al paventato rischio per la sicurezza nazionale – è arrivato forse il momento anche per il Governo Italiano e il Parlamento di fare una riflessione su questa tematica che ha acceso un vivace dibattito oltreoceano.
Penso che una discussione o un approfondimento su questo argomento sia auspicabile anche per rassicurare non solo i rappresentanti nelle istituzioni che utilizzano questo strumento social per promuovere e far conoscere il proprio lavoro, ma anche per i genitori – e sono tanti – che vedono i propri figli utilizzare questo social, forse con troppa semplicità.