AgenPress. I dati sull’esposizione debitoria del sistema sanitario calabrese sono stati forniti dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, commissario ad acta per
la sanità, per spiegare gli esiti dell’operazione messa in atto negli ultimi mesi di risanamento dei bilanci delle aziende sanitarie.
Le pretese creditorie da parte dei fornitori del sistema sanitario calabrese, alla data del 31 dicembre 2020, come previsto dalla norma, ammontano a 862.709.609 euro. Ad ottobre scorso il debito ulteriore era di altri 363 milioni 834 mila euro.
“Il vero dramma non è nel debito ma sta nel fatto che la sanità calabrese ha il motore spento e non eroga prestazioni sanitarie di qualità costringendo migliaia
di calabresi a doversi curare fuori dalla Calabria, arrecando così un danno al budget delle famiglie ma anche al budget della Regione”, dichiara Occhiuto.
“Stiamo dimostrando anche attraverso la ricostruzione dei conti della sanità – sostiene Occhiuto – che la sanità in Calabria può essere governata. Partire dai conti significa creare le condizioni perché le aziende possano poi erogare le prestazioni sanitarie e questo è il vero dramma della sanità calabrese. Il dramma infatti non sta nei suoi conti perché è una sanità in avanzo ed ha un debito che presumibilmente è inferiore a quello di molte regioni del centro sud”.
“Il mio modo di procedere è quello di fare il mio dovere e al Governo abbiamo dimostrato – rileva Occhiuto – che per la prima volta un commissario per la sanità è riuscito a dimostrare che non c’è deficit nella sanità calabrese. Non voglio gettare la croce sui commissari precedenti, tutte brave persone e alcune anche con competenze in materia sanitaria e altri che si erano occupati sempre di altro nella loro vita. Lo stato li ha lasciati da soli e non ha dato loro le risorse e gli strumenti normativi per fare il loro lavoro. Quindi c’è una responsabilità dei governi nazionali degli ultimi anni”.